Balletto celeberrimo, tradizionalmente legato al periodo natalizio, Lo Schiaccianoci è considerato il testamento artistico del coreografo Marius Petipa che nel libretto da lui composto, oltre che attingere a Hoffmann, utilizzò come base Il racconto dello Schiaccianoci di Alexandre Dumas che ammorbidiva gli aspetti più inquietanti dell’opera, mentre le musiche furono affidate al raffinato compositore russo Čajkovskij. L’opera, andata in scena nel 1892 alla presenza dello zar Alessandro III, continua ad affascinare grandi e piccini per la profusione di fantasticherie irrorate da un magnifico tappeto di note, ed è ormai conclamata e tradizionalmente associata al periodo natalizio. La storica coreografia di George Balanchine del 1954 in America sancì questo binomio; infatti in questo momento in Italia ci sono in scena molte edizioni, tra cui una alla Scala, l’altra al Massimo di Palermo. In questa edizione del Balletto di Milano, ambientata negli anni ’20, asciutta nelle scenografie, elegante nei costumi, la coreografia pur mantenendo l’assetto classico, introduce elementi di innovazione, puntando sulla caratterizzazione dei personaggi.
Il corpo di ballo milanese e l’orchestra catanese hanno insieme dato vita a un’edizione garbata e moderna di una delle pietre miliari del balletto dell’ottocento.
Il racconto è una storia di iniziazione, con i suoi misteri, intrighi, emozioni. E’ l’età dei sogni per Clara, bambina dal grande cuore colmo d’affetto per il suo amato Schiaccianoci, soldatino-giocattolo di legno che schiaccia le noci, regalatole dallo stravagante padrino Drosselmeyer, deus ex machina della vicenda, nella magica cornice della sera della vigilia di Natale. Il primo quadro vivace e divertente si svolge nella bella e ricca casa degli Stalhbaum, genitori di Clara, dove si festeggia il Natale. Tra sobri cromatismi, dominati dal rosa, garruli fanciulli in frotta scorrazzano felici intorno all’albero e a Drosselmeyer che, Babbo Natale sui generis, dispensa i suoi originali giocattoli meccanici a tutti i presenti, improvvisando gags con Fritz, dispettoso fratellino di Clara che le ha rotto lo schiaccianoci-soldato. Alla prima gioiosa atmosfera subentra un clima denso di ombre inquietanti. Allo scoccare della mezzanotte la stanza dei giochi tra i quali giace addormentata Clara, diventa teatro di una battaglia cruenta tra i topi, guidati dal loro Re, e i soldatini-giocattolo guidati dallo Schiaccianoci, che avrà la meglio sugli assalitori, e trasformato in un bel Principe, invita la fanciulla tra i rami dell’albero di natale, divenuto gigantesco.
Nel secondo quadro con il delicato Valzer dei fiocchi di neve la scena si fa eterea, sullo sfondo impressionista di alberi innevati tra luminescenze in proiezione. Così si chiude il primo atto.
Nel secondo atto i due giovani entrano nel regno dei Dolci, ricevuti a Palazzo dalla fata Confetto che offrirà agli ospiti l’esibizione di solleticanti danze esotiche che incarnano bevande come il caffè con danzatori arabi, la cioccolata spagnoli, il tè cinesi, il Trepak russi. Il Valzer dei fiori conclude magnificamente le esibizioni, mentre la Fata Confetto e il Principe con un poetico pas de deux chiudono egregiamente questa fiabesca sequenza. Il ritorno alla realtà vede Clara svegliarsi, divenuta donna, al centro di un ultimo valzer con tutti i personaggi del divertissement, segnando il passaggio dal sogno alla vita reale, dall’infanzia alla fanciullezza. Clara incarna il sogno di ogni bambino ma anche il sogno di felicità di una classe borghese nascente, che deve lottare per affermare e sancire la sua presenza.
Al successo del balletto ha contribuito indubbiamente la bellezza e la forza della composizione musicale, dove alla tradizionale struttura sinfonica è stata affiancata una innovativa introduzione di strumenti particolari come la Celesta, di recente invenzione, che l’autore ha mirabilmente utilizzato, creando effetti particolari, come cascate di perle, e altri come trombette, castagnette, tamburi infantili, recuperando suoni e rumori di notevole impatto. L’uso sapiente e variegato dei toni, accompagnati da un incisivo impianto melodico, configurano alla perfezione i vari momenti della danza, spaziando dal gioioso al drammatico, al sognante, dando lustro al virtuosismo orchestrale dispiegato dagli archi agli ottoni, alle percussioni, che nell’insieme generano una sensazione di intensa armonia.
LO SCHIACCIANOCI
Balletto in due atti e tre quadri ispirato al racconto di E.T.A. Hoffmann
Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Balletto di Milano
Diretto da Carlo Pesta
Ripresa da Agnese Omodei Salè, Alessandro Orlando
Scene Marco Pesta
Costumi Sartoria Teatrale Bianchi
Orchestra e Tecnici del Teatro Massimo Bellini
Direttore Gianmario Cavallaro
Coreografie Federico Veratti
Produzione Balletto di Milano
Al Teatro Massimo Bellini di Catania fino al 22 Dicembre
I sogni della borghesia sulle punte. “Lo Schiaccianoci” al Bellini di Catania