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“Dolosa omissione di soccorso”, dopo 9 anni la verità sulla strage di migranti a ottobre 2013

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Ci sono voluti 9 anni di battaglia giudiziaria per vedere scritta, seppure su una sentenza di prescrizione e nonostante la richiesta di assoluzione avanzata dalla Procura di Roma, la verità processuale circa le responsabilità del naufragio dell’11 ottobre 2013 che costò la vita a 268 persone e tra loro 60 bambini.  “La dolosa omissione ascritta ai pervenuti” Luca Licciardi (capitano di Fregata della Marina Militare) e Leopoldo Manna (capitano di vascello delle capitanerie di porto) “ha comportato” – si legge nella sentenza n. 14998 del 16.12.22 del Tribunale penale di Roma – “la morte dei migranti e dunque sussistono gli elementi costituitivi di tutti i reati ascritti” (omicidio colposo e omissione di atti di ufficio) “che, dato il tempo trascorso, sono estinti per intervenuta prescrizione”.  L’accertamento dei reali fatti occorsi in quella tragica giornata, dunque delle conseguenze del mancato tempestivo intervento in soccorso dei naufraghi da parte dell’Italia e di Malta, già effettuato con la Decisione del 27.1.2021 del Comitato per i Diritti Umani dell’ONU, è ora acclarato anche in sede giurisdizionale dal Tribunale di Roma; e fa drammaticamente emergere non solo il comportamento degli imputati, ma anche la responsabilità delle autorità italiane, tra cui il Ministero della Difesa e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che hanno preso parte al processo in qualità di responsabili civili di quanto accaduto. I nostri assistiti che in mare, nelle 5 ore in cui hanno atteso invano i soccorsi, hanno visto annegare i loro congiunti e in molti casi i loro bimbi ed essi stessi rischiato la vita, ci hanno sempre chiesto di fare in modo che quanto accaduto non si ripetesse e per questo hanno affrontato anche l’agonia di questo lungo processo. Oggi possiamo sperare che questa decisione ricordi a tutti i doveri convenzionali e legislativi in capo a chi fa e gestisce il soccorso in mare. La decisione del Tribunale di Roma non attiene solo fatti passati, ma riguarda anche quelli odierni e futuri: le vite umane in mare vanno sempre salvate e nessun ordine o convenienza può sopprimere questo inderogabile dovere. Esprimiamo gratitudine nei confronti di Fabrizio Gatti che con la sua inchiesta giornalistica ha contribuito ad aggiungere tasselli di verità e ha dato inizio a questa battaglia di giustizia.

Gli avvocati difensori delle parti civili

(Avv. Mario Antonio Angelelli, Avv.ta Alessandra Ballerini, Avv. Dario Belluccio, Avv. Emiliano Benzi, Avv.ta Silvia Calderoni, Avv. stefano Greco, Avv. Giuseppe Nicoletti, Avv. Gaetano Mario Pasqualino, Avv. Arturo Salerni)


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