E’ morta recentemente a Roma all’età di 94 anni Silvia Rosselli, primogenita dello storico antifascista Nello Rosselli, ucciso con il fratello Carlo a Bagnoles de l’Orne il 9 giugno 1937, da sicari fascisti per ordine del regime di Benito Mussolini. L’annuncio della morte di Silvia Rosselli, psicoanalista e scrittrice, è stato dato dall’ex ministro socialista Valdo Spini, Presidente della Fondazione Rosselli.
Nella sua biografia edita da Sellerio “Gli otto venti” – che nel buddismo rappresentano le circostanze contrapposte di prosperità e declino, onore e disonore, lode e biasimo, sofferenza e piacere – Silvia Rosselli ha raccontato il corale drammatico della sua famiglia, seducente come un romanzo epico, gruppo in cui identifichiamo i valori più alti di un secolo e il seme del futuro. L’autrice – figlia di Nello, storico e antifascista, fratello di Carlo, fondatore del movimento politico “Giustizia e libertà”, entrambi martiri del fascismo – dopo la morte del padre e sino al 1946 è vissuta in esilio tra Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti. Al ritorno in Italia, sposatasi giovanissima, ha avuto tre figli. Affidatasi alla psicoanalisi ai tempi in cui era disciplina “sospetta” – antecedenti al famoso Le parole per dirlo di Marie Cardinal – è stata allieva di Ernst Bernhard e tra i fondatori dell’AIPA. Con il metodo junghiano ha esercitato per venticinque anni con fede da pioniere. Silvia Rosselli come suo padre Nello ha avuto un temperamento indomito: anticonformista e femminista ante litteram, ricca di una spiritualità che ha trovato delta sfociando nel buddismo. Gli otto venti è il lascito morale di una famiglia illuminata, attraverso la generazione dei padri, dei figli e dei nipoti, legati da un costante coraggio.
Il figlio di Silvia, il giornalista de L’espresso Giovanni Forti, è stato uno dei primi negli anni novanta a fare coming out sulla sua omosessualità e a unirsi in matrimonio adottando un bambino. In seguito alla sua morte per AIDS, il compagno Brett Shapiro ha dedicato a Giovanni un libro di successo L’intruso, edito da Feltrinelli, dal quale è tratto un dramma teatrale. A Giovanni Forti è anche intitolata una via nel Parco botanico di Villa Fiorelli in Roma.
Recentemente alla Casa delle Donne di Roma, nel cuore di Trastevere dove lei amava vivere, una folla ha voluto dare l’ultimo saluto a Silvia Rosselli. Modo per ricordarla con affetto e senza retorica, “gioiosamente” come a lei sarebbe piaciuto, ha detto la nipote Giulia. C’erano i suoi parenti e amici, ma anche molti estimatori, vicini a Silvia per quel carisma contagioso. Così sono stati ricordati i lati spinosi del suo carattere e quelli più solari. C’è chi l’ha dipinta come nonna, come madre, come amica, come compagna di buddismo, come psicoanalista. L’identikit che ne è affiorato è stato quello di una donna che ha saputo vivere intensamente e con coraggio secondo la sua natura, precorrendo i tempi.
Silvia Rosselli, Gli otto venti, Sellerio Editore, pp. 281, 2008, euro 16.00.