Prudente, felpato. Luca Zaia esce allo scoperto con i suoi toni suadenti ma dà delle rasoiate alla politica movimentista e populista della Lega salviniana.
La premessa è: «Il tempo facile è finito. E sono tornati i tempi duri». In una intervista al ‘Corriere della Sera’ enuncia quasi un programma di governo con al centro la lotta contro “due cigni neri”: la guerra in Ucraina e il Covid. Zaia vuole continuare ad aiutare Kiev, intende rilanciare gli sforzi per la pace «tenendo duro sulle sanzioni» contro la Russia. Lui, che è stato uno dei più decisi sostenitori del green pass di Draghi, raccomanda grande prudenza contro il Coronavirus perché il virus è in regressione ma ancora non è stato debellato.
Luca Zaia, 54 anni, presidente della regione Veneto dal 2010, è un uomo forte del Carroccio. Parla un linguaggio molto diverso da quello di Salvini. Vede una Lega antifascista, antirazzista, inclusiva con i migranti rispettando «la dignità umana e la legalità». E ancora. Difende i diritti di libertà come quello di poter scegliere la fine della vita per i malati in gravissime condizioni. Difende i diritti delle minoranze come gli omosessuali (non se ne deve parlare «come se fosse un problema»). Raccomanda: i diritti di libertà non vanno lasciati «alla sinistra».
Sono scelte irrituali, quasi contrapposte, rispetto a quelle di Matteo Salvini, segretario del Carroccio, vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture nel governo Meloni. Zaia vuole candidarsi alla segreteria dopo la sconfitta di Salvini nelle elezioni politiche? Il governatore del Veneto risponde: «Con Salvini non ho un rapporto conflittuale». Intende impegnarsi nell’amministrare la Regione Veneto della quale, ricorda, è stato «rieletto presidente con il 77% dei voti».
La precisazione della valanga di voti raccolti, il 77%, forse non è casuale. Salvini alle elezioni politiche di settembre è stato uno dei grandi sconfitti retrocedendo all’8%. Non a caso Zaia oltre ai programmi pone anche un problema di identità politica: «Sono da sempre convinto che la Lega debba occupare il centro dello schieramento politico. O pensa che il 77% dei veneti sia di destra?».
Zaia loda Bossi su posizioni anti Salvini. Commenta: il fondatore della Lega «è stato geniale». È per una linea riformista, anti populista, rappresentativa dei ceti moderati e produttivi restando ancorato alle scelte federaliste. È su posizioni analoghe a quelle del ministro del Tesoro Giorgetti e del presidente della regione Friuli Venezia Giulia Fedriga, uomini della Lega molto vicini alle impostazioni di Mario Draghi.
Zaia definì «assolutamente deludente» il risultato della Lega nelle elezioni politiche ma per ora non si muove contro Salvini. Un appuntamento cruciale saranno le elezioni regionali in Lombardia previste verso la prossima primavera. Se sarà sconfitto Attilio Fontana, il governatore lombardo fortemente sostenuto dal segretario della Lega, probabilmente ci sarà il fine corsa per Salvini. Se il Carroccio perdesse la Lombardia, la sua culla politica, probabilmente dovrebbe eleggere un nuovo segretario. Le premesse sono buie. Nei sondaggi elettorali nazionali la Lega è superata dal terzo polo di Calenda-Renzi. Zaia aspetta.