Ma poi cosa resta dei giornalisti che vengono uccisi mentre si trovano “sul luogo sbagliato” per indagare e raccontare qualcosa che interessa tutti noi? Restano le battaglie dei familiari e di molti colleghi che invocano verità ma anche giustizia. Anche di questo si è parlato nel corso del seminario di studi “Sotto tiro. La libertà di stampa tra passato e presente”, che si è svolto al Collegio Ghisleri di Pavia con la partecipazione di diverse voci che hanno parlato di dissenso variamente inteso nel tempo (dal fascismo ai giorni nostri) e nello spazio (in diversi Paesi del mondo). Importante e appassionata la relazione di Mariangela Gritta Grainer, portavoce dell’associazione Ilaria Alpi perché quella della giornalista romana uccisa in Somalia nel lontano 1994 è una di queste storie senza verità né giustizia. ce ne sono altre, molte, troppe. Il Presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha sottolineato la necessità di “continuare ad illuminare queste storie e di farlo in sedi che possano avere grande visibilità”. “Penso – ha aggiunti – ad una giornata dedicata a queste ‘vittime’ del lavoro di informazione e alle loro famiglie che, senza tregua, proseguono un’opera di scavo e di memoria ma noi dobbiamo stare al loro fianco e aiutarli a tenere i riflettori accesi”.
(Nella foto Ilaria Alpi)