Un caloroso tifo per il Papa, invocato più volte con un roboante “Francesco, Francesco”, applausi e regali: collage, fiori di carta, lettere, portati via a bracciate dagli addetti vaticani.
E’ stata una festa (come sempre accade quando sono protagonisti giovani e ragazzi) l’incontro di stamane nell’aula Paolo VI di Città del Vaticano tra papa Francesco ed i 6 mila studenti, insegnanti, dirigenti scolastici della Rete Nazionale delle Scuole di Pace.
Canzoni e illustrazione dei progetti hanno preceduto l’incontro. Flavio Lotti, coordinatore del programma ‘’Per la pace, Con la cura”, si è rivolto al Papa per sottolineare i motivi della visita collettiva. “Noi siamo venuti da Lei perché , come Lei, sentiamo crescere il pericolo di un mondo in guerra che ci sta impoverendo e non vediamo un significativo impegno per la pace. Anzi, i costruttori di pace sono sotto attacco e la stessa parola pace è manipolata come non mai”.
La totale sintonia con la platea è stata più volte sottolineata da Francesco. “Che ognuno di voi possa diventare ‘poeta della pace’” – ha detto il papa ai giovani. “Perché ci sia la pace, come dice bene il vostro motto, bisogna ‘prendersi cura’. Spesso parliamo di pace quando ci sentiamo direttamente minacciati come nel caso di un possibile attacco nucleare o di una guerra combattuta alle nostre porte. Così ci interessiamo dei diritti dei migranti quando abbiamo qualche parente o amico emigrato. In realtà la pace ci riguarda sempre, sempre” ha concluso papa Francesco.
L’incontro condotto da Elisa Marincola e Aluisi Tosolini ha visto anche la partecipazione di Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa, che ha sottolineato il ruolo dei giornalisti nel cammino di pace.