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Stasera a Report lavoratori sfruttati e diritti negati in Qatar

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Il Qatar è pronto a salire sul palcoscenico internazionale. A pochi giorni dal calcio d’inizio dei Mondiali Fifa 2022 che si terranno nel piccolo stato del Golfo Persico, un coro di polemiche si solleva da tutto il mondo. È il primo mondiale in Medio Oriente, un giro di affari enorme che nasconde molti lati oscuri. Persino diverse nazionali preparano atti eclatanti per denunciare gli abusi sui lavoratori e il mancato rispetto dei diritti civili, dai diritti delle donne a quelli della comunità Lgbtq+.

Report, stasera in onda alle 21.25 su Rai3, racconterà lo sfruttamento dei lavoratori, le ipotesi di corruzione, le infiltrazioni criminali, i giochi della grande finanza internazionale, la sfida geopolitica globale, partendo dalle indagini condotte dai giudici di Parigi e di New York che hanno ricostruito i metodi usati dal Qatar per assicurarsi il voto dei membri del Comitato esecutivo della Fifa necessario per ottenere l’assegnazione dei Mondiali 2022.

Inchieste che coinvolgono anche l’ex-presidente francese Nicholas Sarkozy e l’ex-presidente della Uefa Michel Platini, indagati a vario titolo per corruzione e traffico di influenze.

Saranno svelate le attività internazionali di lobbying del piccolo stato del Golfo Persico guidato dallo Sceicco Al Thani, che coinvolgono anche alcuni parlamentari italiani, gli accordi per la vendita di armamenti che ha portato il Qatar ad essere tra i maggiori acquirenti anche per l’Italia.

Un’inchiesta che è però anche un viaggio in Qatar, e che per la prima volta conduce all’interno della grande città dei lavoratori, dove alloggiano milioni di persone provenienti dai paesi più poveri del Sud-est asiatico, fino a poco tempo fa sottoposte a un regime, nei fatti, di prigionia. Kafala è l’istituzione giuridica che per anni ha adottato il Qatar per controllare e gestire i lavoratori stranieri impiegati principalmente nel settore delle costruzioni: è l’equivalente della antica schiavitù, grazie alla quale il datore di lavoro è di fatto il proprietario dell’operaio e ha il diritto di sequestrarne i documenti. Secondo l’International Labour Organization dell’Onu, la Kafala è stata abolita proprio grazie ai Mondiali, ma in Qatar le condizioni dei lavoratori sono ancora estreme. Sono circa 2 milioni le persone impiegate nei cantieri. Il loro stipendio medio non supera i 300 dollari contro gli oltre 100mila dollari di reddito medio pro capite dei 300mila cittadini qatarini. Amnesty International, nell’ultimo rapporto pubblicato sulla condizione dei lavoratori in Qatar, ha dichiarato che molte delle riforme promesse non sono state pienamente adottate e che migliaia di morti restano ancora oggi senza una spiegazione.

Un altro capitolo oscuro riguarda la sicurezza. Il Qatar ha siglato una partnership con l’Interpol PROGETTO STADIA che prevede il pagamento di 10 milioni di dollari. Mentre per la durata dei Mondiali sarà schierato anche un contingente militare italiano di 560 uomini tra Forze Armate e Carabinieri, con 46 mezzi terrestri, una nave e due aeromobili all’interno di una missione interforze, a guida Italia al comando del generale Figliuolo. Ma nessuno si è posto un problema: in caso di sommosse per la violazione di diritti umani, con chi si schiererà il contingente italiano?

Il sogno dell’Emiro ha un costo molto alto in termini di diritti umani, ma oggi trova nell’Europa il suo più grande alleato. Dietro al sogno del calcio si cela il business più ricco, quello dell’energia. Il Qatar è infatti uno dei più grandi produttori mondiali di gas liquefatto e si candida oggi a sostituire la Russia per diventare il termosifone d’Europa.


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