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“Spaccaossa”: esordio potente su un girone infernale del disagio umano

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“Spaccaossa”: esordio potente su “Spaccaossa” è l’opera rivelazione delle Giornate degli autori all’ultima Mostra di Venezia e sarà nelle sale italiane dal 24 novembre, distribuito da Luce Cinecittà. Il debutto alla regia cinematografica di Vincenzo Pirrotta è da maestro: misurato, asciutto, nessuna scena esplicita di violenza, tutto è lasciato alle intuizioni dello spettatore ed è proprio tale abilità a rendere il film coinvolgente, verità dalla quale si vorrebbe scappare ma si è obbligati a capire. Nel 2019 decine di persone, molte delle quali in seguito condannate, vennero arrestate a Palermo con l’accusa di aver truffato le assicurazioni con finti incidenti stradali, inscenati da una banda di criminali e vittime consenzienti disposte a subire fratture di braccia e gambe al fine di incassare il premio: “Spaccaossa” racconta questa realtà.

Film difficile, impressionante e coraggioso, si apre su un magazzino fatiscente nel quale dall’alto di una impalcatura alcuni individui introducono dei pesi dentro una valigia che poi fanno precipitare direttamente sul braccio teso di un uomo del quale si sentono le urla e l’arto si intravede penzolare. Un vero pugno nello stomaco. E’ l’organizzazione degli “Spaccaossa”: Vincenzo (Pirrotta) recluta le vittime in cambio di una piccola percentuale ed è una pedina del racket, spregiata e sottopagata come i disperati che adesca; Francesco (Ninni Bruschetta) mette in scena finti incidenti e falsi testimoni e sua moglie Maria (Simona Malato) è l’unica a provare compassione per le vittime; Michele (Giovanni Calcagno) si occupa delle pratiche burocratiche per l’assicurazione; Fasulina (Maziar Firouzi) è l’esecutore materiale delle fratture.

Il film è la denuncia di un sottobosco umano di dolore – con una sceneggiatura plausibile, attori credibili – che può arrivare a livelli inconcepibili perché le vittime offrono il collo alla ghigliottina: sono scarti della società, tossicodipendenti, ludopatici, indebitati con gli strozzini, indigenti veri ma anche bisognosi di un’immagine conforme alle regole sociali, si arriva a offrire la rottura di un arto al fine di permettersi la festa sfarzosa di prima comunione della figlia. Un problema di miseria culturale non solo economica, che ci chiama in causa: che società siamo se questo avviene? I personaggi sono dannati senza speranza e il film li inquadra benissimo. L’epilogo della storia, le condanne di cui si legge, fanno tirare un sospiro di sollievo.

“Sentivo forte la necessità di raccontare questa vicenda – dice in conferenza stampa Vincenzo Pirrotta – perché avveniva nel ventre molle di Palermo, la mia città, con tutto il suo feroce incanto, e poi perché man mano che mi addentravo nella storia di cronaca, dapprima per curiosa voglia di sapere e poi con il bisogno di sfogliarne i sostrati, avvertivo sempre più in me la sensazione di compiere una discesa agli inferi. Da sempre mi occupo di teatro civile e pensavo di farne un’opera teatrale: è stato poi Salvo Ficarra a convincermi che la storia aveva tutti i crismi per diventare un film. E ho cercato di farne un film pasoliniano, con la speranza che questa caratteristica venga fuori”.

Data di uscita:24 novembre 2022
Genere:Drammatico
Anno:2022
Regia:Vincenzo Pirrotta
Attori:Selene Caramazza, Aurora Quattrocchi, Ninni Bruschetta, Simona Malato, Luigi Lo Cascio, Maziar Firouzi, Filippo Luna
Paese:Italia
Durata:105 min
Distribuzione:Luce Cinecittà
Sceneggiatura:Vincenzo Pirrotta, Ignazio Rosato
Fotografia:Daniele Cipri
Produzione:Tramp Limited con Rai Cinema


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