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Quaranta i giornalisti uccisi o scomparsi in Europa ancora senza giustizia

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Sono quaranta i giornalisti uccisi o scomparsi in Europa per i quali per i quali non è stata fatta giustizia. Un dato agghiacciante, che è stato messo in evidenza ieri, nella giornata mondiale di End Impunity for crimes against journalists (Fine dell’impunità dei crimini contro i giornalisti) dalla Federazione europea dei giornalisti (Efj) e che non può e non deve essere dimenticato da oggi in poi, fino al prossimo 2 novembre. Tra questi nomi, ricordati dalla Efj in quanto registrati sulla piattaforma del Consiglio d’Europa, ce ne sono di più noti, come Jàn Kuciak, assassinato nel 2018 in Slovacchia, Anna Politkovskaia (2006, Russia) Daphne Caruana Galizia (Malta, 2017) , Jamal Kashoggi (Turchia, 2017) il nostro Andrea Rocchelli (Ucraina, 2014)assassinato insieme ad Adrei Mironov, ma anche molti altri meno noti e tutti uccisi per avere fatto fino in fondo il loro mestiere senza che i colpevoli siano mai stati assicurati alla giustizia. E questo numero non tiene conto di altri 21 reporter assassinati in Europa dal 2020 a oggi il cui nome non è considerato tra i casi di crimini impuniti. Dei 40 giornalisti, 14 sono in Kosovo, 6 in Russia, 6 in Ucraina, 6 in Turchia, 2 in Azerbaijan (che è uno stato asiatico ma ammesso nella Efj ), una  a Malta, uno a Cipro, uno in Slovacchia, una in Serbia e uno in Montenegro. “Il dato è sconvolgente _ ha dichiarato la presidente della Efj,  Maja Sever _ Ancora una volta vogliamo richiamare le autorità politiche e giudiziarie a fare tutto il possibile per mettere fine all’impunità dei crimini contro i nostri colleghi”.

Molte iniziative hanno segnato la giornata di ieri in Europa. Webinair, targhe alla memoria, video e molto altro hanno ricordato gli assassini impuniti. In un momento critico per i giornalisti, che oggi non solo rischiano la vita per mano  di mafie o gruppi criminali, ma sono anche vittime del potere politico negli stati illiberali. Nei giorni scorsi, sono stati arrestati in Turchia altri 11 giornalisti con veri e propri raid della polizia nelle loro case in numerose città (Ankara, Istanbul, Van, Diyarbakir, Urfa e Mardin); in Bielorussia il reporter investigativo Sergei Satsuk è stato condannato a 8 anni di carcere, mentre il giornalista Ales Lubyanchuk ha avuto una condanna a tre anni. La Efj ha chiesto per tutti questi colleghi un rilascio immediato.

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