Il capo in carica del Governo italiano è parte offesa in un procedimento per diffamazione a mezzo stampa avviato con querela presentata da Giorgia Meloni a ottobre 2021, quando era solo uno dei parlamentari più noti del Paese e in quella veste ha denunciato Emiliano Fittipaldi, autore dell’articolo, e il direttore de Il Domani Stefano Feltri, ora rinviati a giudizio dal gup di Roma su conforme richiesta della Procura. E’ una storia che, oggi, ci avvicina al modello ungherese dei rapporti di forza tra governo e giornalisti. L’articolo che la premier Meloni contesta riguarda alcuni verbali di Domenico Arcuri, ex commissario straordinario all’emergenza Covid. Il quotidiano Il Domani ha illustrato con un ampio resoconto l’iniziativa giudiziaria e la notizia cui si riferisce, con un commento amaro di Fittipaldi, uno dei cronisti di giudiziaria più apprezzati e puntuali. “Finché una legge sulle liti temerarie non verrà approvata, le querele e le cause civili restano spada di Damocle sulla libertà d’informazione nel Paese”, dice e ricorda il fenomeno pernicioso delle azioni legali infondate contro i giornalisti. “La legge è ferma dal 2002 ed è stata boicottata in modo trasversale, con poche eccezioni. – aggiunge Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, e autore di molte battaglie e manifestazioni contro le querele bavaglio – E’ evidente che queste denunce sono volte a bloccare le inchieste giornalistiche e sono la principale causa della nostra posizione nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa”. In una settimana si sono tenuti due processi attivati da Giorgia Meloni contro i giornalisti quando non era primo ministro. Adesso l’unico modo per eliminare l’anomalia del Governo contro i giornalisti è quello di ritirare la querela, una strada che l’avvocato di Meloni ha ipotizzato a latere dell’udienza contro Roberto Saviano ma che non risulta sia stata ancora formalmente attivata. Ma come si sa, un altro esponente del Governo, il Ministro Guido Crosetto, ha annunciato di voler querelare Il Domani nella sua veste di responsabile della Difesa.
(Nella foto Stefano Feltri, direttore de Il Domani)