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Venezia: i residenti contro la speculazione edilizia a S. Pietro e S. Anna che mette a rischio anche gli scavi archeologici

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La proposta residenziale di speculazione edilizia della società immobiliare francese Artea che ha incontrato l’interesse della Giunta comunale di Venezia va ad incidere su aree storiche di inestimabile valore archeologico, dove sono ancora in corso scavi, e su sedi storiche già di residenza vescovile. Il progetto porta a privilegiare un soggetto privato e ad espellere otto famiglie residenti

L’isola di San Pietro di Castello, a est del centro storico di Venezia, costituisce un’area relativamente isolata dall’attività turistica. Originariamente detta Olivòlo, l’isola rappresenta uno dei più antichi insediamenti umani della Laguna Veneta, abitata prima ancora che Venezia si costituisse come città.

Sull’isola si trova il complesso monumentale denominato “ex caserma Sanguineti”, di proprietà del demanio dello Stato che riveste un rilevante valore storico-identitario, perché composto dall’ex palazzo patriarcale (sede vescovile fino al trasferimento della stessa a San Marco nel 1807), dall’ex scuola del SS. Sacramento e da altri edifici cinquecenteschi di derivazione duecentesca. Del complesso monumentale fa parte anche un’area archeologica di eccezionale interesse culturale in quanto vi sono stati ritrovati i primi insediamenti umani stabili in centro storico.

L’ex chiesa e l’ex infermeria di S. Anna a Venezia sono limitrofi al complesso Sanguineti, appartengono anch’essi al demanio dello Stato e sono parte di un più ampio complesso conventuale seicentesco, che nell’Ottocento venne spogliato di ogni arredo e adibito ad ospedale militare della Marina.

Così come denunciato della senatrice Vanin nell’interrogazione parlamentare del 25/11/21, di cui una sintesi nel seguito, ora questo patrimonio italiano rischia di svanire. 

  • La Giunta Comunale di Venezia, con propria deliberazione n. 252 in data 26 ottobre 2021 ha infatti dichiarato meritevole di interesse la “proposta di valorizzazione” della società immobiliare francese Artea relativa a due compendi di proprietà demaniale, l’ex Caserma Sanguineti, come detto comprendente un’area di inestimabile valore archeologico sottoposta a vincolo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, e l’ex Monastero di Sant’Anna con l’adiacente ex infermeria.
  • Nello specifico la deliberazione prevede il trasferimento dei due complessi dal demanio dello Stato al demanio comunale, ai sensi dell’art. 5, comma 5, del decreto legislativo n. 85 del 2010 (noto come federalismo demaniale), per essere poi dati in gestione al soggetto privato in questione ad uso ospitalità d’impresa, co-workingco-living, foresteria, ristorazione e centro benessere e per adibire una parte degli spazi scoperti a verde condiviso; inoltre è fatta espressa previsione di come la gestione e la manutenzione dell’area archeologica di San Pietro di Castello dovrebbe venire affidata al soggetto gestore del complesso, con uno spazio “ad uso esclusivo (per realizzare l’orto vero e proprio ad uso degli ospiti e delle attività di ristorazione) e l’utilizzo della restante parte nelle ore serali (dopo la chiusura)”.

L’ex caserma Sanguineti, che storicamente ha svolto una funzione residenziale fortemente intrecciata con la storia di Venezia – sede e residenza vescovile, caserma con alloggi per militari, dimora provvisoria per esuli giuliano-dalmati, residenza per diverse famiglie veneziane – è attualmente abitata da 8 famiglie munite da decenni di titolo legittimante la loro permanenza negli immobili facenti parte del compendio di proprietà del Demanio.

Nella delibera in questione è prevista l’espulsione degli attuali abitanti cancellando così un patrimonio vivente di memorie, relazioni, pratiche solidali fortemente intrecciate col tessuto sociale della zona di Castello.

Anche il complesso di Sant’Anna che potrebbe e dovrebbe essere finalizzato a centro culturale rivolto ai cittadini verrebbe privatizzato e destinato a spazio per l’ospitalità d’impresa.

Il progetto, se attuato, andrebbe a colpire un territorio come quello di San Pietro, Campo Ruga, Sant’Anna e Via Garibaldi dove un radicato tessuto sociale popolare e una preziosa rete di servizi di vicinato ha sinora costituito un antidoto alla devastazione operata dal turismo di massa in altre zone della città.

Il gruppo San Pietro di Castello, costituito da abitanti della zona, ha depositato (il 17/06/22) una petizione sottoscritta da 1.117 cittadini che chiede la sospensione della delibera n. 252 del 26.10.2021 e che si apra un vero confronto pubblico sul destino di Olivolo e della zona est di Castello coinvolgendo in primis i veneziani che vi abitano.

La petizione si articola in tre sostanziali richieste:

  • che nella caserma Sanguineti sia confermata la funzione storica di residenza stabile a partire dal mantenimento della presenza delle famiglie già residenti;
  • che l’area verde sia tutelata nella sua integrità per il suo inestimabile valore archeologico, che siano rifinanziati i lavori di scavo, e che una parte di alloggi vuoti già esistenti sia destinata al lavoro e alla residenza delle persone impegnate negli scavi stessi;
  • che le funzioni e le attività del complesso di Sant’Anna diventi uno spazio rivolto alla partecipazione attiva dei cittadini veneziani ospitando realtà locali e eventi culturali.

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