ROMA – Ridotto, diretto e interpretato da Silvio Orlando – che, oltre a dar vita agli innumerevoli personaggi, ricava per sé il ruolo principale del piccolo Momò, vivo e credibile nei panni di un bambino, io narrante e trascinatore in un atto unico che scorre per un’ora e mezza senza mai calare di tono – “La vita davanti a sé” è uno spettacolo tratto dal romanzo dello scrittore francese Romain Gary, che l’autore pubblicò sotto lo pseudonimo di Emile Ajar nel 1975. Nello stesso anno al libro fu assegnato il premio Goncourt, cosa che suscitò molte polemiche perché Gary lo aveva già vinto vent’anni prima, usando il suo nome. Quella di Silvio Orlando è una riduzione riuscita e dal fascino toccante, che condensa il grande tema contemporaneo della convivenza tra culture, religioni e colori della pelle diversi, in una vicenda privata che si distingue per il bisogno d’amore di un orfano immigrato.
Momò è un bambino arabo musulmano che viene cresciuto da Madame Rosa in un appartamento al sesto piano di un palazzo parigino nel quartiere multietnico di Belleville, dove abitano i più poveri e appartenenti alle religioni più diverse. Madame Rosa è un’anziana ebrea reduce da Auschwitz che si occupa, dietro compenso, di crescere i figli di prostitute che per legge non possono tenerli con sé. La madre di Momò però non si presenta mai e intorno alla sua origine aleggia il mistero. In cerca di affetto Momò adotta un cagnolino trovatello che chiama Super, finendo per cederlo a una facoltosa signora per evitare che viva nella stessa sua precarietà. Man mano va crescendo Momò si rende conto che Madame Rosa sta invecchiando; che i sei piani da salire, a causa del suo peso, potrebbero risultarle fatali ed è preoccupato per il suo destino. Gli altri bambini da lungo tempo in casa di Madame Rosa nel frattempo sono stati adottati e un giorno Momò, notato da una bella ragazza che gli fa dei complimenti, sente crescere lo struggente desiderio di trovare una madre. Momò è combattuto fra il timore per la propria sorte e il dolore per la grave condizione in cui versa Madame Rosa, l’unica figura materna che abbia mai avuto …
La scenografia non cambia, ma è sapientemente movimentata dalle luci e da un efficace accompagnamento musicale dell’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre. Alla fine dello spettacolo Orlando, suonando il flauto traverso insieme all’Ensemble, ha saputo ricreare, con il pubblico che batteva le mani a tempo, quella condivisione fraterna che la piéce suggerisce. In un momento in cui, oggi più di ieri, i flussi migratori si sono innestati in una crisi economica che in Europa sembra diventata strutturale alimentando la paura soprattutto nei ceti meno garantiti, Silvio Orlando offre al pubblico il “tema dei temi”: il teatro assolve così la sua funzione educativa, attraverso storie emozionanti, avvicina molti all’esistenza di individui che sentirebbero altrimenti come “massa indistinta”, cambiando la nostra percezione e ricordandoci che ogni uomo ha diritto ad una vita che sia degna.
Teatro Quirino
Via delle Vergini 7 Roma
Fino al 30 ottobre
Cardellino srl
presenta
SILVIO ORLANDO
LA VITA DAVANTI A SÉ
Tratto dal romanzo La Vie Devant soi
di Romain Gary
traduzione Giovanni Bagliolo
edizione Biblioteca Neri Pozza
Direzione musicale Simone Campa
con
l’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre
Simone Campa chitarra battente, percussioni
Maurizio Pala fisarmonica
Kaw Sissoko kora, djembe
Marco Tardito clarinetto, sax
scene Roberto Crea
disegno luci Valerio Peroni
costumi Piera Mura
organizzazione Maria Laura Rondanini
direttore di scena Luigi Flammia
capo elettricista Massimo Polo
fonico Gianrocco Bruno
amministratore di compagnia Vittorio Stasi
consulenza amministrativa e organizzativa Teresa Rizzo
riduzione e regia di SILVIO ORLANDO