Se-e-Ma

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Rivoglio i se e i ma. Cioè il ragionamento. Soprattutto quando si parla di pace. Che – senza giustizia – è resa, sottomissione al più forte e rinforzo dell’aggressione come metodo di espansione. Quindi, una manifestazione per la pace deve avere come oggetto i responsabili e le cause che la turbano, altrimenti la vaghezza della formula ”contro tutte le guerre” la trasforma in un rito per scaricare ansia collettiva da rischio bellico (e atomico).

Non è vero che tutte le guerre sono sbagliate: quella di resistenza all’invasore è legittima. Certo, la pace è un edificio fragile, perché poggia sulla giustizia. Ed è esposta all’usura dell’orgoglio di presunti primati; alla pressione di povertà che cercano rivalsa; all’infiltrazione di vittimismo nazionalista infiammabile.  Per questo, ha bisogno di continue riparazioni con l’uso di intelligenza etica. Manifestare per la pace è utile, ma senza frullare aggrediti e aggressori. Insomma, con i se e con i ma.

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