Nell’agosto scorso concludevo con una proposta un articolo sulle indipendenze, vere o presunte, che infiammano la pace mondiale. La stessa proposta viene formulata da un genio della finanza e dell’imprenditoria mondiale: Elon Musk. L’idea è semplice: prevedere che Taiwan segua un tragitto, di molti decenni, per ricongiungersi alla madre patria, come nel XX secolo fece l’Inghilterra con Hong Kong. Musk invece la soluzione la vorrebbe raggiungere subito, dovendo accontentare il Dragone, per piazzare (subito) Twitter in Cina. Elone va d’accordo con i cinesi, perché, come diceva mio padre: “chi ha una Ditta è un Dittatore”. Musk è uno dei pochi uomini al mondo che esercita i tre diritti democratici: capire, avere un’opinione, esprimerla. Noi comuni mortali non arriviamo neanche al primo diritto. Al congresso del suo PCC il presidente Xi ha ribadito la volontà assoluta di riprendersi Taiwan. Magari pacificamente, oppure…
Speriamo che, entro l’anno e passate le elezioni al Congresso USA, Biden cambi atteggiamento verso il bene supremo mondiale della Pace. Purtroppo i rituali democratici obbligano i politici a svolazzi e giravolte, se non inversioni a 180°. Il presidente USA, grazie alla sua guerra in Ucraina, è risalito nei sondaggi. Dopo le elezioni di “Midterm” magari cambierà opinione, anche sulla Pace.
Mentre la Cina finanzia indirettamente la guerra in Ucraina, finanziando il debito USA, l’Europa non può trovare un accordo con la Russia per salvare dal fallimento la sua economia, obbligata a comprare il metano sino a dieci volte il suo valore, anche dagli Usa.
Ecco che l’occidente deve isolare veramente Putin, staccandolo dalla Cina, prendendo seriamente il discorso del superamento dell’anomalia geografica dell’esistenza di un governo autonomo a Taiwan, stato che non ha diritto di rappresentanza all’ONU. Sarebbe realpolitik, ma soprattutto politica per la Pace. Perché con la Pace si sviluppa la Democrazia, in occidente, ma anche in Cina.