La Federazione europea dei giornalisti (Efj) non può e non vuole accontentarsi della sentenza che ha condannato i fratelli Alfred e George Degiorgio a 40 anni ciascuno per il loro ruolo di sicari nell’assassinio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista investigativa e blogger maltese diventata un simbolo di tutti i giornalisti che hanno perso la vita cercando di fare bene il proprio lavoro. Per la Efj la giustizia non può fermarsi ai killer, ma deve individuare e punire i mandanti. Rappresentanti della Federazione europea, di Articolo 19 Europa, del Comitato per la protezione dei giornalisti, del Centro europeo per la libertà di stampa e dei media, dell’Istituto di stampa internazionale e di Reporters sans frontières erano presenti nel tribunale di La Valletta per monitorare da vicino il procedimento. La sentenza conclude il caso contro i fratelli Degiorgio per il loro ruolo di killer, ma sono in corso ulteriori procedimenti legali contro la presunta mente, Yorgen Fenech e contro altri due uomini che avrebbero fornito la bomba. Cinque anni dopo il suo omicidio, scrive la Efj, le nostre organizzazioni continuano a chiedere piena giustizia per Daphne Caruana Galizia, uccisa per aver denunciato crimini e collusioni. Niente di meno sarà sufficiente.
“Cinque anni dopo l’omicidio di questa coraggiosa giornalista non sappiamo ancora chi abbia ordinato il delitto– ha dichiarato ad articolo 21 la presidente della Efj, Maja Sever- .Rivolgo i miei pensieri ai familiari di Daphne. Sono sentimenti di tristezza ma anche di ammirazione per la forza e la tenacia che hanno mostrato nella loro ricerca della verità. Penso che gli sforzi di queste persone con l’aiuto di numerose organizzazioni giornalistiche, abbiano inciso molto e abbiano avuto grande risonanza nel mondo giornalistico in tutta Europa. Daphne e il suo coraggio sono ancora con noi, mostrandoci la strada per un giornalismo libero e indipendente”