“L’italiano che inventò l’America”, Di Francesco Zippel, doc., Ita., 2022.
Con Sir Christopher Frayling, Martin Scorsese, Steven Spielberg, Quentin tarantino, Giuseppe Tornatore, Darren Aronofsky, Tsui Hark, Dario Argento.
“Sergio Leone. L’italiano che inventò l’America”, presentato in anteprima all’ultima Mostra del Cinema di Venezia è un motivo in più per dire che il documentario è altro rispetto a quello che tanti immaginano. Francesco Zippel, l’autore, straordinario, va oltre, fa della vita e dell’arte di Sergio Leone un poema sulla creatività, sull’urgenza del suo manifestarsi, sulla passione per il racconto di sè attraverso la rappresentazione. Il mix che ne viene fuori è alla fine commovente, perchè amare l’arte e farla come l’ha amata e fatta questo grande artista del Novecento è soltanto commovente…
“The disciple”, di Chaitanya Tamhane, India, 2020.
Con Aditya Modak, Arun Dravid, Sumitra Bahve.
L’andamento lento, quasi ipnotico, fa di questo film dell’indiano Chaitanya Tamhane, premio Osella per la sceneggiatura e premio FIPRESCI a Venezia 2020, una sorta di racconto sospeso, possibile da definire soltanto visivamente, come se l’autore, ispirandosi al cinema dei grandi Satyajit Ray e Ritwik Ghatak, volesse mettere in scena le vicende del suo protagonista senza fare avvertire la sua presenza, quasi annullandosi come narratore per fare spazio a sensazioni ed emozioni vissuti all’istante dallo spettatore. Strutturato in un geniale gioco di flashforward e flashback, il film narra della vita di un musicista di musica classica indiana, attraverso salti temporali fondamentali nell’accompagnarci dentro un mondo di vitale illusione che, dalla magia musicale vissuta nell’infanzia fino alla passione artistica giovanile, si chiude nella triste realtà contemporanea, dove i talent show occidentali si sono imposti anche su una lontana tradizione millenaria, travolgendo miti, sentimenti e dedizioni legati ad un mondo oramai in via di estinzione. E lo sguardo finale del protagonista adulto, fisso nel vuoto, diventa eloquente di una condizione malinconicamente irreversibile.
“37 secondi”, di Hikari, Giappone, 2019.
Con Mei Kayama, Misuzu Kanno, Shunsuke Daito.
Film raro, prezioso, necessario, che racconta, attraverso uno sguardo magico ed implacabile sui corpi e sull’Eros, visti in un’ottica metaforica e realistica insieme, dentro una dinamica narrativa fatta di incantevoli primissimi piani e di inarrivabili sospensioni temporali, la realtà della disabilità come privilegiata e commovente disvelatrice della condizione esistenziale di tutti.
“Gli anni”, di Sara Fgaier, Italia, doc., 2018.
“Gli anni”, cortometraggio di Sara Fgaier, presentato alla Mostra di Venezia 2018 e vincitore dell’European Film Award 2018 è un film ispirato al testo omonimo della Premio Nobel Annie Ernaux. Attraverso una immersione poetica nei luoghi della memoria, filtrati attraverso immagini di repertorio private, la Fgaier ci regala il senso stesso della nostra esistenza, in un accumulo di emozioni vissute e consegnate allo spettatore come una magia visiva senza tempo, come un gioco di specchi in cui ognuno di noi rivede se stesso e i suoi cari, fantasmi di una vita destinata al privilegio di non chiudersi mai..