Manifestazione nazionale per la pace: noi ci siamo! Prevista a metà novembre

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Noi #Stopthewarnow ci siamo sempre stati. Sin dall’inizio di questo conflitto. Siamo stati qui in Italia a denunciare l’ingiustizia e la violenza della guerra voluta da Putin invadendo l’Ucraina. In più di 500 abbiamo preso parte alle Carovane di Pace che ci hanno portato in Ucraina accanto alla paura degli abitanti di Leopoli, Odessa, Mykolaïv, Kiev. Siamo stati in Italia a raccogliere aiuti e in Ucraina a consegnarli a chi ne aveva maggiore bisogno. Qui a preparare l’accoglienza dei più fragili e in Ucraina a censire anziani, disabili, bambini che avevano bisogno di mettersi in salvo.

Per questo saremo ancora in piazza a denunciare la follia spaventosa di una guerra che rischia di spingerci tutti verso un abisso senza ritorno. Noi abbiamo scelto la via della nonviolenza. Saremo in piazza convintamente a nome dei tanti di cui abbiamo ascoltato le storie e il grido di dolore, di quelli che la guerra non l’hanno mai scelta e la subiscono. Saremo in piazza soprattutto in nome delle migliaia di obiettori di coscienza che non hanno trovato spazio nella nostra informazione mainstream per gridare il proprio NO al fratricidio della guerra e che sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Solo alcuni di questi hanno varcato i confini del loro Paese per non finire in carcere e sotto le torture. Sono giovani, donne e uomini, che hanno preferito obbedire alla propria coscienza piuttosto che alla retorica e alla propaganda di regime. Per loro chiediamo il riconoscimento del diritto d’asilo da parte di tutte le nazioni europee.

Noi manifesteremo perché crediamo che questo è il momento in cui le diplomazie si sveglino dal letargo, gli interessi degli imprenditori delle armi e della paura passino in seconda fila e anche il linguaggio delle cancellerie scelga la via del disarmo. Solo i folli possono credere che questo conflitto possa trovare una risoluzione armata! Solo la retorica abusata ha potuto portare molti a credere che la pace si potesse costruire con la guerra. Noi lo gridiamo dai rifugi delle città ucraine in cui ci troviamo anche in questo momento: diamo la parola alla pace, tacciano le armi.


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