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Lula vs Bolsonaro. Due visioni opposte della società e del mondo si contendono la presidenza del Brasile

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Lula contro Bolsonaro: due personalità politiche ma anche due visioni opposte della società e del mondo si fronteggiano oggi in  Brasile, nel primo round per le elezioni politiche che eleggeranno presidente, vicepresidente e Congresso Nacional. E mentre nel paese si moltiplicano gli scontri e le violenze, non sono pochi coloro che temono addirittura un colpo di stato da parte del presidente uscente.
Nei giorni scorsi, Luiz Inacio Lula da Silva, 76 anni, che già ha guidato il Brasile dal 2003 al 2010 ed è stato riabilitato dalla giustizia dopo oltre un anno di carcere per corruzione, era dato nel sondaggio al 47%, ma secondo l’Istituto Ipec sarebbe addirittura al 51% e potrebbe passare al primo turno . Leader socialista del Partito dos Thabalhadores, ha riunito diverse sigle e frange della sinistra in questa campagna elettorale.
Il suo avversario, Jair Bolsonaro, 67 anni,  leader del Partito Liberal, nei giorni scorsi è riuscito a rimontare nei sondaggi, anche se il divario sembrerebbe incolmabile. È dato infatti al 37% . Secondo altri sondaggi, la forbice si sarebbe ulteriormente ridotta. Bolsonaro, che ha dovuto inseguire Lula per tutta la campagna elettorale, sta pagando il suo atteggiamento negazionista sulla pandemia, che ha causato 670mila morti. Malgrado ciò, Bolsonaro raccoglie consensi soprattutto tra le comunità agrarie ed evangeliche del Brasile rurale.
I due rivali sono portatori di valori completamente diversi. Secondo alcuni osservatori, uno dei temi cruciali sarà l’Amazzonia. Lula ha ricordato gli accordi internazionali per la salvaguardia dell’ambiente firmati dai suoi governi e dichiarato di voler fermare le miniere illegali e la deforestazione che è stata, invece, una delle caratteristiche della politica di Bolsonaro. Per lui i temi portanti restano quelli legati a una visione conservatrice della società: la famiglia tradizionale cristiana, la libera circolazione delle armi, il contrasto alla droga  e la lotta alla cosiddetta “ideologia gender”.
Lula, che accusa Bolsonaro di avere distrutto il paese dal punto di vista economico, ha promesso di investire in educazione , inclusione sociale, infrastrutture e posti di lavoro. In politica estera, non è un mistero la simpatia di Bolsonaro per Putin, che ha visitato a Mosca pochi giorni prima dell’invasione dell’Ucraina. Anche Lula ha avuto però una posizione ambigua sulla guerra ed è considerato vicino alla Cina.
Una campagna polarizzata, intanto, ha comportato un’impennata delle violenze nel Paese, tanto che in estate sue militanti pro Lula sono stati uccisi dalle fazioni Bolsonariste.
Secondo un sondaggio dell’Osservatorio sulla violenza politica ed elettorale dell’Università di Rio de Janeiro, il 70% dei brasiliani ha paura ad esprimere le proprie opinioni politiche e anche l’Osservatorio Human Rights Watch ha denunciato crescenti episodi di violenza politica. e intimidazioni nei confronti dei giornalisti. Bolsonaro ha già anche avanzato dubbi sul sistema elettorale, che vedrà per la prima volta le urne elettroniche. Non sono pochi gli osservatori che temono un colpo di stato da parte di Bolsonaro o comunque un tentativo come quello che fece Donald Trump di non riconoscere l’esito delle urne. Non è un mistero che il presidente uscente sia un dichiarato ammiratore delle dittature militari e ha incaricato l’esercito di condurre un conteggio in parallelo, una scelta bocciata dalla Corte suprema, che ha anche vietato l’acquisto e il porto d’armi il giorno delle elezioni.
La legge brasiliana prevede il ballottaggio (che si terrebbe l’ultima settimana di ottobre) qualora nessuno dei candidati superasse il 50% dei voti.


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