BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

IRAN centinaia di studenti in ostaggio alla Sharif University. Continua nel paese la brutale repressione, tra gli arrestati anche la romana Alessia Piperno

0 0

Le forze di sicurezza iraniane hanno assediato la più prestigiosa università di Tehran la Sharif University tenendo in ostaggio centinaia di studenti e studentesse.

Domenica 2 ottobre era stato condiviso un video sui social che mostrava gli studenti dell’università mentre cantavano slogan e offese contro il Leader Supremo Ali Kamenei quali “a morte il dittatore”.

Nel pomeriggio sono poi state condivise notizie secondo cui le forze di sicurezza avevano bloccato gli ingressi e le uscite del campus e iniziato a reprimere gli studenti, sparando proiettili di gomma contro di loro e lanciando gas lacrimogeni.

Un video diventato virale mostra i ragazzi inseguiti dalle forze di sicurezza mentre scappano nel parcheggio dell’università.

Altri video mostrano le forze di sicurezza che sparano un gran numero di proiettili contro gli studenti del campus. Tra gli scontri, il ministro della scienza iraniano Mohammad Ali Zolfigol è arrivato all’università e ha parlato con gli studenti, secondo i media statali iraniani.

Secondo quanto riferito, il ministro è riuscito a consentire ad alcuni studenti di lasciare il campus, mentre altri erano ancora rinchiusi nell’università fino a domenica sera.

Rapporti successivi indicano che gli studenti sono stati trasferiti nei dormitori dell’università in furgoni. Poco dopo le forze iraniane hanno iniziato a sparare verso i dormitori. Mentre in serata si diffondevano notizie sulla situazione all’università, centinaia di ragazzi e ragazze si sono diretti verso il campus in sostegno dei loro coetanei.

Alcuni studenti hanno raccontato che diversi professori sarebbero stati pestati, mentre gli agenti avrebbero fatto uso anche di lacrimogeni per tentare di disperdere le persone che protestavano.

In Iran si è all’inizio di una vera e propria guerra civile. Il popolo continua a protestare e chiede la caduta del Regime, mentre le autorità rispondono con una massiccia repressione.

I video che con difficoltà riescono ad uscire dal paese, visti i blocchi internet, mostrano le angherie da parte delle forze di sicurezza contro giovani manifestanti.

In un video pubblicato su Twitter, si vede un agente che in sella a una moto insieme ad altri due spara contro il finestrino di una giovane che lo stava riprendendo con il cellulare. Video interrotto dallo sparo. Altri video e immagini mostrano pestaggi e aggressioni con armi, mazze e con coltelli anche nei confronti di semplici cittadini.

Sono state segnalate proteste anche all’interno e all’esterno delle università di Teheran, Islamshahr, Mashhad, Sanandaj e Kermanshah, tra le altre località. I proprietari di negozi in più città hanno chiuso le loro attività in segno di solidarietà con le proteste.

I manifestanti iraniani hanno espresso preoccupazione per il fatto che le forze di sicurezza potessero ripetere i massacri avvenuti durante le proteste studentesche in Iran nel 1999.

Si registra anche l’arresto di Alessia Piperno una giovane ragazza di Civitacastellana vicino Roma. La ragazza ha chiamato la famiglia per essere aiutata, si legge nel post pubblicato dal padre e dalla madre su facebook “Questa ragazza è Alessia Piperno, ed è mia figlia. È una viaggiatrice solitaria, gira il mondo per conoscere usi e costumi dei popoli. Si è sempre adeguata e rispettato le tradizioni e, in certi casi, gli obblighi, di ogni paese che ha visitato. Erano 4 giorni che non avevamo sue notizie, dal giorno del suo 30 compleanno, il 28 settembre. Anche il suo ultimo accesso al cellulare riporta quella data. Stamattina arriva una chiamata. Era lei che piangendo ci avvisava che era in prigione. A Teheran. In Iran. Era stata arrestata dalla polizia insieme a dei suoi amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno. Sono state solo poche parole ma disperate. Chiedeva aiuto. Ci siamo subito mossi con la Farnesina, abbiamo chiamato l’ Ambasciata italiana a Teheran. Ma ancora non sappiamo niente, neanche il motivo della reclusione. Ci dicono che si stanno muovendo…. E noi genitori, e il fratello David, non riusciamo a stare con le mani in mano. Non si può stare fermi quando un figlio ti dice “vi prego, aiutatemi “ …. Non sono un postatore di foto e non uso quasi mai social ma oggi non ho potuto farne a meno…. Voglio che si sappia e che questa notizia raggiunga più persone possibili, magari arrivare a quella giusta che può aiutarci. Grazie. Alberto Piperno Miriam Daggiante”.

Un post diventato virale ricondiviso centinaia di volte. A qualche ora dalla pubblicazione del post il sig. Alberto Piperno da me contatto mi dice di aver rimosso il post stesso, perchè la Farnesina gli ha consigliato di non parlare della vicenda di sua figlia, ma il post era ormai diventato virale e dunque impossibile fermare il corso della notizia tanto che della detenzione di Alessia inizia a parlarne anche la stampa.

In questo particolare momento l’Iran sotto ai riflettori del mondo utilizza tutti i mezzi a disposizione per tentare di calmare le proteste. L’arresto di cittadini con passaporto straniero non è una novità per chi conosce l’Iran. Spesso si viene accusati, come probabilmente in questo caso di aver preso parte alle proteste o aver in qualche modo sollecitato le manifestazioni contro il regime.

Un caso simile avvenne nel 2009 durante le proteste antigovernative nel quale venne arrestata la giovane francese, Clotilde Reiss colpevole solo di aver fotografato gli incidenti del dopo elezioni a Teheran. Venne liberata dopo mesi e dietro il pagamento di una cauzione. A processo dovette ammettere le sue colpe e chiedere scusa.

Le accuse per stranieri che fomentano le proteste potrebbero arrivare fino a 5 anni di reclusione perché accusati di spionaggio, violenze e attentato alla sicurezza nazionale. Addirittura si rischia la pena di morte se riconosciuti colpevoli di essere “nemici di Dio”. Nulla esclude che la giovane potrebbe essere usata anche come ‘mezzo di scambio’ in futuro.

Ci affidiamo dunque alla Farnesina che sicuramente attraverso vie diplomatiche saprà riportare Alessia al più presto a casa e alla sua famiglia.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21