I recenti scandali relativi ad una serie di attacchi spyware e intercettazioni telefoniche a danno dei giornalisti greci richiedono che venga fatta piena luce sulle responsabilità di questi episodi, che hanno confermato le crescenti preoccupazioni riguardo all’erosione della libertà di stampa in Grecia nel contesto del governo guidato da Nuova Democrazia.
Finora è stato rivelato che nell’estate del 2021 il cellulare del giornalista finanziario Thanasis Koukakis è stato hackerato attraverso l’impiego di un sistema di spionaggio chiamato Predator. Il giornalista è stato anche intercettato dai servizi di sicurezza greci per dei non ben definiti motivi “sicurezza nazionale”. È inoltre dimostrato che Stavros Malichudis, giornalista d’inchiesta di Solomon che si occupa di rifugiati e migrazione, è stato sorvegliato da organismi di intelligence nel 2021.
Entrambi i casi costituiscono gravi violazioni della privacy dei giornalisti, della protezione delle fonti giornalistiche e della libertà di stampa. In nessuno dei due casi è stata fatta luce sulle responsabilità di quanto accaduto. Le organizzazioni del MFRR temono che questi casi possano rappresentare la punta dell’iceberg di una estesa rete di sorveglianza dei giornalisti greci sia da parte di attori statali che privati.
A fine settembre, giornalisti greci e corrispondenti stranieri hanno lanciato un appello al Parlamento europeo per ottenere finanziamenti e strutture che permettessero loro di testare i dispositivi cellulari alla ricerca di tracce di sorveglianza. Per il momento, i meccanismi interni di sicurezza informatica dell’Ue hanno un mandato limitato che permette di testare solo i dispositivi degli eurodeputati e di altri funzionari dell’Ue.
Con la diffusione di spyware e altre tecnologie di sorveglianza avanzate in Europa nei prossimi anni, aumenterà presumibilmente anche la minaccia alla democrazia e ai diritti civili. Già diversi Stati membri dell’Ue – tra cui l’Ungheria – hanno abusato di queste tecnologie per colpire giornalisti, attivisti e altri membri della società civile. Oltre a una regolamentazione più severa, è urgente mettere in atto meccanismi per garantire che gli abusi di queste armi informatiche contro i media e altri soggetti siano rapidamente identificati e affrontati.
Le organizzazioni del Media Freedom Rapid Response sostengono quindi la richiesta di finanziamenti europei volta a facilitare l’analisi dei dispositivi di giornalisti ed esponenti della società civile negli stati dell’Ue in cui le strutture private di analisi forense non sono disponibili a livello nazionale, o in cui le autorità nazionali non possono o non vogliono collaborare. Questo darebbe ai cittadini e ai giornalisti, compresi quelli greci, un importante strumento per cercare di ottenere risarcimenti, aiutare a identificare chi abusa della tecnologia e capire quanto profondo sia l’iceberg.
Oltre all’aumento dei test sui dispositivi cellulari, è necessario adottare ulteriori misure a livello europeo per garantire che si verifichino altri casi di sorveglianza illegale. Il recente European Media Freedom Act (EMFA) della Commissione europea prende atto della recente evoluzione delle minacce alla sorveglianza e individua norme specifiche sull’uso di spyware contro i media, i giornalisti e le loro famiglie.
Tuttavia, in base all’EMFA, gli Stati membri manterrebbero deroghe specifiche nei casi riguardanti minacce alla sicurezza nazionale o altre indagini su reati gravi, consentendo loro di sorvegliare i giornalisti utilizzando spyware senza la necessità di un controllo giudiziario preventivo. Questa totale mancanza di controllo legale sull’uso di spyware di tipo militare è molto problematica e apre le porte a ulteriori abusi.
Il fatto che Thanasis Koukakis, un giornalista finanziario e bancario, e Stavros Malichudis, che all’epoca stava scrivendo del premio d’arte ricevuto da un bambino siriano, siano stati entrambi intercettati sulla premessa della “sicurezza nazionale”, offre due esempi preoccupanti di come queste deroghe possano lasciare spazio ad abusi da parte di governi e agenzie di intelligence per spiare il lavoro legittimo dei giornalisti. L’articolo 4 dell’EMFA deve quindi essere sensibilmente rafforzato se si vuole ottenere una reale protezione dei giornalisti e delle loro fonti.
Il consorzio MFRR esorta anche la Commissione d’inchiesta PEGA del Parlamento europeo a proporre forti raccomandazioni volte ad una regolamentazione più severa sulla vendita, il commercio e l’uso di questo tipo di strumenti di sorveglianza intrusivi, sia all’interno sia all’esterno dell’Unione europea, e all’osservanza di una maggiore trasparenza da parte delle istituzioni statali.
Se e quando verranno identificate altre violazioni, sia le società di sorveglianza a pagamento che commercializzano questi strumenti, sia tutti gli attori, compresi i servizi segreti statali o le forze dell’ordine, che li impiegano illegalmente contro i giornalisti, dovranno essere chiamati a rispondere di queste gravi violazioni dei diritti fondamentali.
Il consorzio MFRR continuerà a monitorare da vicino la situazione della libertà dei media in Grecia e a documentare tutti i futuri attacchi ai giornalisti.
Firmato:
European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)
Free Press Unlimited (FPU)
International Press Institute (IPI)
OBC Transeuropa (OBCT)