“Operazione speciale”. Non è un’invasione… I russi superano l’occidente in mistificazione. Gli USA, maestri di depistaggi, cominciarono questo stile nell’ottocento: il nemico “Cavallo indomito” divenne il deprecabile “Cavallo pazzo”. Anche “Plaja Giron”, a Cuba, divenne “Baia dei porci”, dopo la vittoria di Fidel. Per gli USA i Viet Minh divennero i Viet Cong. Qualche mese fa la/il presidente mutò il mussoliniano ed estremista “Dio, patria e famiglia” in: “Sono cristiana, sono italiana, sono una madre”. Sembrava rassicurante, ma il tono ed il primo piano dello strabuzzare degli occhi sono più inquietanti dell’originale strabuzzare dal remoto balcone di piazza Venezia.
Tra i giochi di parole che ci governeranno tiriamo fuori innanzitutto il termine “Merito”. Associare la destra al merito è come chiedere fedeltà ad un gigolò. Restando nell’ambito, basti pensare ai “meriti” riconosciuti da Berlusconi, che si sintetizzano nella affermazione ufficiale di Silvio per la scomparsa Presidente della Regione Calabria: “L’unica che non me l’ha data!”. Per cui tutte le altre onorevoli e ministre hanno avuto ricompense “al merito”. Oltre alle implicazioni classiste della espressione “merito” (oggi chi lo può raggiungere?) va segnalata (alla procura?) la nomina del cognato della presidente al mi(ni)stero alla “sovranità alimentare”. Tutto “merito” suo!
Entriamo nello specifico di quest’altra invenzione verbale. Questa forma di sovranismo non ci porterà a riconoscere: sua maestà il Pomodorino, l’impero del San Daniele o il principato del Grana Padano. Si tratta di altri “nobili intenti”, evocati per affrancarci dalle multinazionali dell’alimentare, con l’ultima remota speranza che riusciremo, finalmente, a riempire il carrello della spesa.
Ultimo termine proposto è “Autonomia differenziata”. Qui l’affare è serio, perché si prefigura l’abbandono del Sud, aumentando i già sbilanciati flussi di denaro verso il ricco nord. Colpa del mistificante criterio della “Spesa storica”, per cui Bologna ha già fondi doppi rispetto a Palermo.