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Festa Cinema Roma 2022. “La Paz del futuro”, quando i muri servono ad unire

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ROMA – Alla 17° Festa del cinema di Roma, nella sezione Freestyle, è stato presentato il documentario “La Paz del futuro”, dei registi Francesco Clerici e Luca Previtali. Il film porta all’attenzione del pubblico una donna, a torto ancora poco conosciuta, che ha saputo adoperare i muri per unire e non per dividere e, attraverso l’arte, ha insegnato la condivisione: è Janet Pavone, artista italo-americana classe 1941, muralista, pittrice, insegnante, attivista per i diritti umani che, assieme a colleghi del calibro dell’argentina Cecilia Herrero e del britannico Daniel Hopewell, ha dato vita ad un collettivo artistico che, con Funarte, si è dedicato ai bambini di Managua e di tutto il Nicaragua. Janet Pavone ha anche svolto la sua attività di educatrice con i bambini di Cuba, Spagna, New York e Londra.

Negli anni ’80 Janet Pavone si era unita alla rivoluzione sandinista in Nicaragua, agli eventi che determinarono la caduta del dittatore Somoza a partire dal 1979 e portarono alla presa del potere il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale fino al 1990. Venticinque anni dopo aver completato a Quiabù, nella base militare di Estelì, “La Paz del futuro”, il suo murale più famoso e più ammirato, Janet Pavone è stata invitata a tornare in Nicaragua e insieme a Dan Hopewell a restaurare quest’ opera monumentale. Nel 2004 la città di Estelì con ormai più di 150 murali dipinti negli edifici pubblici e privati, è stata dichiarata “CITTA’ DEL MURALISMO”.

In conferenza stampa Janet Pavone ha sostenuto che fare un murale è più simile all’azione di girare un film, che dipingere un quadro e ha proseguito: “I murales sono un complesso lavoro politico e di collaborazione: non sono né saranno mai una mercanzia. Sono opere concepite per tutti e non appannaggio di pochi, e come tali non possono essere commercializzate al pari delle altre opere d’arte”. Il documentario di Francesco Clerici e Luca Previtali mostra, insieme a riprese attuali, materiali di repertorio di Janet Pavone nei primi anni ’80, il suo lavoro di educatrice con i bambini, documentando una vita dedicata a costruire un mondo di pace e libertà attraverso lo strumento dell’arte. Il documentario fa il ritratto di una pittrice che, osservando ciò che resta di una serie di murales e di una rivoluzione, propone una riflessione sull’arte pubblica, la politica, l’importanza di coltivare la creatività ovunque possibile.

Una Produzione: Gaby Rasmperger, Point Nemo, Francesco Clerici, Jon Barrenechea

Coproduzione: Daniel Hopewell

Produttori esecutivi: Jon Barrenechea, Fabio Saitto, Andrea Randazzo, Francesco Clerici

Regia, Montaggio, Sceneggiatura:Francesco Clerici e Luca Previtali

con: Janet Pavone, Jon Barrenechea, Daniel Hopewell, Freddy Hernandez Castro, Sergio Michilini

riprese: Francesco Clerici, Eddy Avendano, Juan Carlos Castellón

Soggetto e trattamento: Jon Barrenechea, Francesco Clerici

Musiche: Veteranos del norte

Montaggio del suono: Mattia Pontremoli

Missaggio del suono: Tommaso Barbaro, FULLCODE

Color correction: Diego Diaz


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