Un omaggio e un addio, in questo inizio d’autunno. Un grande abbraccio e i migliori auguri a Francesco Tullio Altan, che compie ottant’anni e continua a regalarci vignette geniali che ci inducono a riflettere, mostrandoci la realtà sotto una luce diversa e risultando spesso assai più efficaci di molti editoriali. Siamo cresciuti con i suoi capolavori e continuiamo o a emozionarci ogni volta che li vediamo, collezionandoli e apprezzando i suoi lampi di genio che hanno il merito di farci ragionare su ciò che spesso non cogliamo. Perché questo, in fondo, è il principale merito dei vignettisti: essere corrosivi senza mai scadere nella volgarità, essere irriverenti senza mai fare del male al prossimo, essere sferzanti senza mai lasciarsi andare alla barbarie. E Altan, da questo punto di vista, è un maestro assoluto. Ha attraversato i decenni, criticato con la sua caustica ironia i governi di ogni colore, detto ciò che andava detto al berlusconismo ma senza mai fare sconti alla sinistra, attaccato chiunque senza mai risultare stucchevole e aiutato tutte e tutti noi a crescere come comunità, trovandoci uniti intorno alle sue battute, la cui bellezza è destinata a rimanere nella storia del costume nazionale. Altan è il tocco d’artista all’inizio dell’Espresso, una delle ragioni per cui vale ancora la pena di leggere Repubblica, un narratore del nostro tempo e un protagonista del nostro stare insieme. Finché ci saranno personaggi come lui avremo, infatti, la sensazione di essere meno soli, di poter guardare al domani con ottimismo e di poter trovare ancora un porto sicuro in cui approdare quando ci sentiamo smarriti o abbiamo bisogno di un sorriso autentico.
L’addio doloroso riguarda, invece, Rosetta Loy, scomparsa all’età di novantuno anni, al termine di un’esistenza straordinaria, dedicata alla cultura e alla conoscenza. Ci ha regalato opere indimenticabili, ci ha preso per mano e condotto attraverso mondi inesplorati, ci ha regalato pagine di autentica poesia, liriche e meravigliose al tempo stesso, e ci salutato lasciando dietro di sé un’eredità invidiabile.
Abbiamo più che mai bisogno di grandezza, di splendore, di umanità, di gentilezza e di futuro e qui ci siamo occupati di due personalità eccezionali che ci hanno donato, e nel caso di Altan continuano a donarci, tutto questo. La gratitudine è il minimo.
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