Una vita intensa, come la sua vivissima presenza culturale, riferimento della vita teatrale romana già dagli anni ’70, ancora ventenne. L’intera pagina non basterebbe a ricordare tutte le sue sempre efficaci attività: critico teatrale e cinematografico; firma de “La Sicilia” e Antenna Sicilia e delle più prestigiose riviste di teatro e cinema; dirigente del Ministero dello Spettacolo; fondatore di testate culturali; direttore delle stesse; giornalista TV; docente di teatro anche in sedi internazionali; ideatore e coordinatore di premi nazionali; regista e attore in gioventù; autore di testi critici del teatro; massimo esperto in Italia dello speciale mondo culturale che connette il teatro al cinema (ci mancherà la sua recensione su “La stranezza” di Andò). Ma anche arguto umorista con un libro di aforismi. E da anni collaboratore costante di Articolo21 nelle rubriche di cultura.
Quella che ci mancherà di più è la sua coerenza culturale, unita ad una rigorosa ricerca del vero, rarissima oggi che è l’epoca della mistificazione, in particolare mistificazione culturale. Con Angelo Pizzuto è venuto a mancare una delle ultimissime figure di critico vero; oggi che, particolarmente per il cinema, il critico fa da sfondo al trailer, come il paesaggio della Gioconda, per cui, come il rancio durante la grande guerra, lo spettacolo è sempre: “ottimo e abbondante”.
Angelo invece ha rappresentato, nei suoi cinquant’anni di fulgida presenza, uno dei migliori esponenti della “Critica militante” che interagiva, sempre positivamente, con gli altri operatori culturali, per portare il teatro verso sempre più moderne mete. Rifuggendo dai clichè e dalle ripetute reiterazioni. Lo stesso abbiamo detto per la recente scomparsa del suo amico Mario Grasso.
Quella di Pizzuto fu, forse ancor di più, una epifanica “Militanza esistenziale”, perché la sua coerenza e dignità professionali erano tutt’uno con la vita di tutti i giorni. Perché il Teatro è Vita.