In Europa c’è un paese molto importante che in meno di due anni ha trasformato il mondo del lavoro e ha fatto riforme di welfare molto significative. Provo a riassumerle.
A fine 2021 viene approvata una legge di ristrutturazione del lavoro e del mercato del lavoro.La nuova legge prevede il ritorno alla centralità della contrattazione collettiva e dei sindacati. Viene impedita la possibilità, introdotta con la riforma del 2012, di sostituire tramite accordi d’azienda i contratti collettivi in scadenza. Infatti, quando un contratto collettivo arriverà alla data di scadenza, potrà comunque rimanere in vigore finché non verrà raggiunto un nuovo accordo con le parti sociali.
La regolamentazione per le assunzioni mediante l’utilizzo di società multiservizi viene rivista per garantire maggiori tutele ai lavoratori. Con la nuova riforma, infatti, i datori di lavoro dovranno garantire salari e condizioni contrattuali stabilite dal contratto collettivo di settore anche per i lavoratori interinali. In questo modo, il personale assunto mediante le società multiservizi sarebbe posto sotto le stesse garanzie dei lavoratori assunti direttamente dall’impresa e nel contempo verrebbe scoraggiata la tendenza delle imprese ad abusare di questo genere di contratti.
Infine, la riforma ha come obiettivo quello di trovare una soluzione alla piaga che caratterizza il mercato del lavoro fin dagli anni Ottanta: la precarietà. Vengono così mantenute solo due tipologie di contratti a tempo: per circostanze legate alla produzione e per la sostituzione di un altro dipendente. In entrambi i casi il contratto potrà essere di massimo sei mesi, estendibili a un anno solo in situazioni particolari e previste dall’accordo collettivo. Verranno infatti eliminati i contratti a termine di cui le imprese hanno abusato nel corso degli anni. Per assicurare il rispetto di tale norma verranno introdotte sanzioni più severe: le multe colpiranno infatti le imprese per ogni contratto irregolare.
Tuttavia, ai datori di lavoro non verrà del tutto negata una forma di flessibilità. L’idea del governo è quella di aumentare il numero dei contratti “fissi discontinui”, fondamentali in quei settori in cui è molto alto il numero dei lavoratori stagionali. Questa particolare tipologia di contratto resta quindi a tempo determinato, ma prevede delle forme di tutela simili a quelle garantite dai contratti indeterminati, sia in termini di salario sia per gli scatti di anzianità.
Viene inoltre rivisto il settore della formazione-lavoro, aumentando garanzie e salari degli studenti lavoratori. Per quanto riguarda la cassa integrazione invece, viene semplificato l’iter di accesso e rafforzato il “meccanismo per la Flessibilità e la Stabilizzazione delle imprese”.
Per fare fronte ai problemi di povertà provocati dal Covid e dall’aumento delle bollette, il governo ha cominciato con un intervento sui trasporti pubblici. A partire dal 1° settembre c’è stata una forte riduzione nel prezzo dell’abbonamento mensile per autobus e metropolitana. Inoltre, chi viaggerà sui treni regionali con frequenza potrà usufruire addirittura di un abbonamento gratuito, mentre chi usa con frequenza i treni interregionali e i treni alta velocità potrà beneficiare di sconti fino al 50%.
La scorsa settimana il governo ha poi preso un’altra decisione significativa, che in Italia sarebbe stata definita una ignobile tassa patrimoniale: una tassa di solidarietà a carico di ricchi e grandi aziende per aiutare ceti meno abbienti e piccole imprese
Il prelievo si applicherà solo nel 2023 e nel 2024. Secondo le simulazioni del governo a beneficiare di questo provvedimento saranno tra i 4 e i 5 milioni di lavoratori, compresi i lavoratori autonomi. Sarà una nuova tassa di solidarietà temporanea sui grandi patrimoni per aiutare le fasce di popolazione più in difficoltà a causa del caro energia. La tassa riguarda le persone che hanno beni per un valore di almeno 3 milioni di euro e verrà applicata nel 2023 e nel 2024. Il prelievo sarà dell’1,7% su patrimoni fino a cinque milioni, del 2,1% tra i 5 e i 10 milioni e del 3,5% per ricchezze superiori a 10 milioni. Circa 23mila le persone coinvolte per un prelievo da cui si attende un gettito di 1,5 miliardi di euro nel 2023. Per contro ci saranno sgravi fiscali da 1,9 miliardi di euro in due anni per i redditi più bassi, fino a 21mila euro lordi all’anno.
Secondo le simulazioni del governo a beneficiare di questo provvedimento saranno tra i 4 e i 5 milioni di lavoratori. Il governo ha sottolineato che per i gruppi che non pagano l’imposta sul reddito quindi non possono beneficiare di tale misura, ci saranno altre forme di aiuti. Previsto anche un incremento del prelievo sulle aziende di grandi dimensione i cui proventi andranno a sostegno delle imprese più piccole. Di altri sgravi fiscali beneficeranno i lavoratori autonomi.
Il paese di cui stiamo parlando non è la Corea del nord ma il più “fratello” di noi italiani, ha un debito pubblico di non molto inferiore al nostro, non produce materie prime e ha poche fonti di energia autonome, ha una forte opposizione di destra super populista e post fascista, ma ha un vero governo socialdemocratico di sinistra: ò la Spagna di Pedro Sanchez. Dunque, nel cuore dell’Europa nel 2022, un’altra sinistra si può.
P.S. Se non si è in grado di produrre idee e soluzioni è sempre possibile copiare, dalla Spagna per esempio.