«Lo stato di salute dell’informazione italiana è da tempo precario, le istituzioni devono intervenire», ha ribadito il segretario generale Fnsi partecipando a Bolzano alle celebrazioni per l’anniversario con, fra gli altri, il segretario del sindacato regionale Rocco Cerone, la segretaria Sgv, Monica Andolfatto, il presidente del Cnog, Carlo Bartoli, il segretario della Fondazione Murialdi, Giancarlo Tartaglia.
«Lo stato di salute dell’informazione italiana è da tempo precario. Di fronte alla crisi di un settore industriale in profonda trasformazione, ci si sarebbe aspettato un’attenzione diversa da parte delle istituzioni. Da questa crisi si potrà uscire se si vorrà affrontare il problema nella sua interezza insieme con tutti gli attori della filiera». Così il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso, intervenendo mercoledì 28 settembre 2022 alle iniziative organizzate a Bolzano dal Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige in occasione 50° anniversario dalla fondazione.
«È necessario avviare un’interlocuzione fra parti sociali e governo per una completa rivisitazione di quello che è il nostro mondo, partendo dal tema del lavoro, in cui scontiamo tutti i problemi di questo Paese. Non possiamo accettare che il precariato diventi la cifra di quest’epoca. Credo sia arrivato il momento in cui i giornalisti pongano il tema della tutela dell’informazione quale condizione essenziale per tutelare la democrazia», ha aggiunto Lorusso.
Sulla stessa linea anche il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, per il quale «veniamo da una stagione caratterizzata da un’avversità trasversale della politica nei confronti della nostra professione. Le istituzioni – il monito – devono tornare a occuparsi di un settore fondamentale per il Paese e per lo sviluppo della democrazia».
Per Bartoli, «c’è necessità di riscrivere le leggi della stampa che risalgono al 1948, non nei principi, che rimangono attuali, ma nelle modalità di esercizio. Dobbiamo adeguare le regole della professione alla realtà», ha aggiunto il presidente del Cnog, che ha anche ricordato i temi del decreto sulla presunzione di non colpevolezza e del diritto all’oblio. «Il futuro della democrazia – ha concluso – non si gioca sul possesso delle merci, ma sulla gestione delle informazioni: rischiamo di diventare colonia di chi possiede i dati».
Con il segretario regionale del sindacato, Rocco Cerone, all’incontro hanno preso parte, fra gli altri, il Landeshauptmann Arno Kompatscher, la presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige Elisabeth Mair, lo storico del giornalismo Giancarlo Tartaglia, la segretaria del Sindacato giornalisti Veneto, Monica Andolfatto.
«Credo che ciò che ha caratterizzato il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige siano stati la serietà e lo spirito di squadra che sono stati la cifra distintiva in questi 50 anni non solo dell’Associazione regionale di Stampa, ma anche della collaborazione con tutti gli enti di categoria. Nonostante tutto, abbiamo cercato di reggere e di tenere la barra dritta della barca del giornalismo in un mare in tempesta», ha detto il segretario regionale Cerone.
Mentre Monica Andolfatto si è soffermata sulla situazione del lavoro giornalistico in Veneto. «Anche nella nostra regione – ha osservato – sussiste il problema della ricerca di nuovi giornalisti, perché la nostra professione ha perso attrattiva, e dello sfruttamento nelle redazioni. Questo non permette di crescere nelle aziende giornalistiche, mentre dovresti continuare ad aggiornarti e formarti».
L’assemblea è stata aperta dal segretario della Fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi”, Giancarlo Tartaglia, che ha illustrato la storia del giornalismo in Trentino Alto Adige. Nel corso dell’iniziativa è stata presentata una pubblicazione dedicata alla storia dell’Associazione regionale di Stampa.