Il Praemium Imperiale del Giappone è paragonabile al Premio Nobel in campo scientifico e letterario e viene assegnato in cinque discipline: pittura, scultura, architettura, musica, teatro/cinema. I premiati vengono insigniti “per i risultati conseguiti, per la loro influenza artistica a livello internazionale e per il contributo dato alla comunità mondiale con la loro attività”. I vincitori ricevono; un premio di 15 milioni di yen (circa 105.000 euro), un diploma e una medaglia, che sarà consegnata a Tokyo dal Principe Hitachi, zio dell’Imperatore del Giappone e Patrono onorario della Japan Art Association, nella cerimonia di premiazione, che avrà luogo il 19 ottobre 2022.
La 33ma edizione del 2022 torna dopo un periodo in cui, a causa delle incertezze del Covid, la cerimonia di premiazione non si è svolta come d’abitudine a Tokio, ma è stata sostituita da singole celebrazioni nell’ambasciata del paese dell’artista premiato. Quest’anno c’è dunque un ritorno in grande che vede sul podio per l’Italia Giulio Paolini, premiato per la pittura; per la scultura il cinese Ai Weiwei; per l’architettura i giapponesi Kazuyo Sejima e Ryue Nishizazawa; per la musica il polacco Krystian Zimerman; per il teatro e cinema il tedesco Wim Wenders.
La Japan Art Association assegna inoltre una Borsa annuale a un gruppo o a una istituzione che promuova la partecipazione dei giovani all’arte. Un diploma e un contributo di 5 milioni di yen (circa 35.000 euro costituiscono la borsa di studio del Praemium Imperiale per Giovani artisti) nel 2022 assegnata alla “Kronberg Academy Foundation”, della cittadina di Kronberg in Germania.
L’annuncio dei vincitori del Praemium Imperiale, è avvenuto, nelle varie capitali del mondo in contemporanea. A Roma è stato dato dall’ex Presidente del Consiglio Lamberto Dini, che ha introdotto l’artista italiano prescelto per la pittura, Giulio Paolini, con queste parole: “per aver saputo caratterizzare uno spazio poetico attraverso varie espressioni”. Un suggestivo documentario ha illustrato ai presenti l’arte e la personalità degli autori insigniti, tutti accumunati da opere – siano esse figurative e non – di rara, essenziale, originale, eleganza. Paolini ha ringraziato Lamberto Dini per aver “dato prova di essere nella classe politica italiana, una delle eccezioni in quanto conoscitore delle cose dell’arte”. E nell’occasione ha anche voluto ricordare Jean Luc Godard, che ha ricevuto nel 2002 il Praemium Imperiale per il Cinema.
Giulio Paolini si è definito fortunato per essersi sempre potuto occupare del lavoro che amava: l’arte. Grato della conferma del Praemium Imperiale che, dati i suoi 81 anni, vale sicuramente come premio alla carriera. Ha anche ringraziato i suoi collaboratori sostenendo che, per quanto l’artista sia una figura solitaria, del loro utilissimo contributo non avrebbe mai potuto fare a meno. A chi gli ha chiesto quali fossero le sue difficoltà agli inizi della carriera, soprattutto in relazione a un mercato difficile da convincere, Giulio Paolini ha risposto: “Il mercato non è un demonio come qualcuno è portato a definire. E’ una creatura suscettibile di variabili, colpi di scena, esasperazioni, dunque meglio non occuparsene”. Artista avvisato, mezzo salvato.