Ho incontrato Matteo ad uno stand di Festambiente della Fondazione Dottor Sorriso e in pochi minuti ho imparato a guardare meglio in faccia il dolore e la speranza che, insieme, viaggiano sui palloncini e i nasi colorati dei giovani volontari che invitano noi adulti a contribuire con piccole donazioni ad un progetto grandissimo, ossia quello di alleviare il dolore dei piccoli malati oncologici di svariati ospedali italiani. Matteo mi ha spiegato che si può contribuire con donazioni anche minime e che ogni goccia è un apporto utile nel mare. Poi ha spiegato come si diventa volontari. Serve seguire un corso. Devi essere un po’ temprato a sostenere l’immagine del dolore. E un bambino, tanti bambini malati sono l’immagine estrema del dolore incomprensibile e ingiustificato. In questi giorni di battaglia politica ho ripensato a Matteo, che studia Economia a Milano, indossa camice sportive sotto al camice bianco della Fondazione ed ha un grande sogno, quello di diventare esperto dentro un mondo di economia “più giusta”. Sì, ha detto proprio così. C’era in quelle parole il senso di un pianeta diverso, possibile, migliore, dove ha senso l’etica oltre al consumismo. Con lui allo stand erano presenti altri studenti universitari di Milano, molti dei quali trapiantati direttamente dal profondo sud, ed erano lì a parlare di cosa si può fare per aiutare gli altri, i più deboli, i malati. Come sorridere contro la tristezza di una malattia che quando arriva è sempre una sorpresa amara e sconvolgente. I loro nasi rossi sono il simbolo della Fondazione nata nel 1995 con una missione precisa: sconfiggere la paura e la tristezza. Ogni giorno in decine di reparti di ospedali e centri di riabilitazione bussano i dottori del sorriso per trasformare la paura dei piccoli pazienti in coraggio e i risultati sono sorprendenti perché scatta un meccanismo psicologico bellissimo che fa scendere e di molto la percentuale di somministrazione di analgesici e il tempo di degenza. E’ possibile aiutare la Fondazione in tanti modi, contribuendo con donazioni dirette o aderendo alle campagne specifiche come quella dei cosiddetti regali solidali. Nel microcosmo abitato dai molti dottor sorriso e dai volontari che li promuovono non c’è spazio per le polemiche politiche né per la violenza verbale che sta accompagnando le ore immediatamente successive al voto, né per gli annunci di aggressioni atomiche. E’ un luogo fiabesco dove un sorriso può tutto o quasi, dove un’altra storia si può sempre scrivere. E penso che oggi sia giusto ringraziare Matteo per tutto quello che mi ha insegnato.