Noi Rete Donne, rete per una democrazia paritaria in Italia e a livello internazionale, chiede al governo uscente e a tutte le parlamentari e i parlamentari eletti in questa ultima tornata elettorale e alle forze politiche, di prendere una netta posizione di condanna degli assassini politici compiuti oggi e nel passato dal regime iraniano. Un regime teocratico, repressivo e misogino, che sta reprimendo nel sangue le migliaia di donne e uomini, scesi ancora una volta con grande coraggio e determinazione per le strade di oltre 80 città iraniane, contro decenni di oppressione e negazione di tutte le libertà fondamentali.
Un regime che continua ad arrestare e uccidere tutti coloro che si stanno mobilitando contro l’assassinio di Mahsa Amini, uccisa dalla polizia morale perché non indossava correttamente Hijab, secondo le norme della Commissione per la Promozione della Virtù e la repressione del Vizio.
Un altro giovane simbolo del movimento, Hadith Najafi, nota come “la ragazza con la coda” è stata uccisa con 6 colpi di pistola al viso, al collo e al petto, nel corso di una manifestazione a Karaj, vicino a Teheran.
Il conto della feroce repressione continua a salire: oltre 50 persone uccise, centinaia di arresti e di feriti. Come dichiarato dal capo della polizia della provincia di Gilan, solo in quella provincia sono stati arrestati 739 manifestanti, comprese 60 donne e moltissimi feriti.
Le giovani e i giovani iraniani, nati sotto un regime teocratico, lottano contro un governo, che in nome della religione e dell’islam, si oppone alle libertà politiche, sociali ed individuali, e che vedono le donne e la loro libertà come un rischio.
Noi Rete Donne chiede al governo uscente e alla comunità internazionale riunita a New York per l’Assemblea Generale ONU di adottare provvedimenti urgenti per fermare l’uccisione di massa di giovani iraniane ed iraniani. Non va dimenticato che solo nel 2022, sono state effettuate 414 esecuzioni capitali di cui 12 nei confronti donne e due minori.
Non è la prima volta che le donne si oppongono al regime repressivo e che pagano per questo un caro prezzo. Nasrin Sotoudeh, la nota avvocata iraniana per i diritti umani è stata condannata a un totale di 38 anni di carcere e a 148 frustate per aver difeso una donna arrestata per aver manifestato contro l’obbligo per le donne iraniane di indossare il velo.
La giornalista e scrittrice Masih Alinejad, punto di riferimento delle donne iraniane nella battaglia contro l’obbligo del velo, fu arrestata nel 1994 e ha lanciato poi nel 2014 #MyStealthyFreedom (Libertà clandestina).
C’è bisogno di una forte presa di posizione e di azione decise a livello italiano, UE e ONU che contribuiscano a sostenere la lotta per la libertà e la democrazia che le donne e il popolo iraniano stanno nuovamente cercando di conquistare a caro prezzo.
Noi Rete Donne