La corte suprema della Bielorussia ha confermato la condanna a 8 anni e tre mesi di carcere per la giornalista Catarina Andreevna, 28 anni.
Andreevna era corrispondente per Belsat tv, una emittente indipendente con base in Polonia ed era già stata condannata nel luglio scorso per presunto tradimento nei confronti dello stato dopo un processo a porte chiuse, definito dalla Federazione europea dei giornalisti una “parodia” della giustizia.
La reporter Bielorussia era stata incarcerata nel novembre del 2020 mentre filmava e trasmetteva in diretta a una protesta pacifica contro il dittatore Aleksandr Lukashenko. Stava scontando una pena di due anni per “organizzazione di una protesta illegale
“ e avrebbe dovuto essere rilasciata nel settembre 2022. Ma nel frattempo è stata avviata una nuova causa penale contro di lei con l’accusa di tradimento. Quindi la nuova condanna, nel luglio scorso, e ora la conferma della pena da parte della corte suprema.
È l’ennesima sentenza contro la libertà di espressione in un Paese che sta spegnendo tutte le voci indipendenti, che ha nelle sue carceri 28 giornalisti e che ha sciolto il loro sindacato, Baj (Bielorussian association of Journalists) il quale ha dovuto ricostituirsi all’estero.
La conferma della condanna di Catarina Andreeva arriva a pochi giorni dalla condanna, il 14 settembre scorso , del giornalista d’inchiesta Denis Ivashin a 13 anni di galera. Una sentenza che ha choccato la comunità internazionale. Il 30 agosto scorso era invece stato arrestato Pavel Mazheyka, un altro giornalista detenuto in custodia cautelare senza che si conoscano ancora le motivazioni.