I dati del ministero certificano una frenata dei casi di minacce nei confronti dei cronisti: 64 quelli censiti fra gennaio e giugno (43 per cento in meno rispetto al 2021). Lazio, Lombardia, Campania, Calabria e Puglia le regioni più interessate dal fenomeno. Roma, Napoli, Milano e Bari le città più “pericolose”.
Il primo semestre 2022 ha registrato un calo del 43 per cento degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti rispetto allo stesso periodo del 2021. Gli episodi sono stati in tutto 64, dei quali 8 riconducibili a contesti di criminalità organizzata (12%) e 37 a contesti politico/sociali (58%). A evidenziare il dato, è il report, pubblicato sul sito web del Viminale, del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale – Dipartimento della Pubblica sicurezza.
Nel primo semestre 2021 le Forze di polizia avevano censito 113 atti intimidatori (+14% rispetto allo stesso periodo del 2020, quando i casi registrati ammontavano a 99).
Parte delle intimidazioni continua a viaggiare su web e social network: 18 gli episodi (pari al 28% del totale degli eventi), di cui 8 su Facebook e 5 su Instagram.
Il 20% dei 64 casi censiti sono stati commessi ai danni di sedi di redazioni giornalistiche, mentre l’80% degli atti intimidatori totali ha visto coinvolti 57 professionisti dell’informazione, di cui 16 donne (28%) e 41 uomini (72%).
Lazio, Lombardia, Campania, Calabria e Puglia sono le regioni più interessate dal fenomeno (42 episodi complessivi, pari al 65,6% del totale). Tra le aree metropolitane, il maggior numero di episodi è stato segnalato a Roma (11 eventi intimidatori), a Napoli (7 eventi), Milano (6 episodi) e Bari (4 episodi).
Fonte FNSI