“Il pranzo del papa”, di Pasquale Scimeca e Luca Capponi, Ita, 2021.
Straordinario film documentario, prodotto dalla Arbash di Linda Di Dio e Rai Cinema, e diretto da Pasquale Scimeca e Luca Capponi, sull’accoglienza a Papa Bergoglio della Comunità “Speranza e carità” di Palermo, fondata da fratel Biagio Conte. Il film non è soltanto una ripresa di ciò che è avvenuto quel giorno del 2018. E’, soprattutto, l’occasione per raccontare, in una straordinaria sintesi di poco più di 50 minuti, il valore dell’Umanità misurata non in termini economicistici ma di fratellanza e condivisione, ultime chance di riscatto per un mondo sempre più ingiusto e spaventosamente alla deriva, lontano dal concetto fondamentale di giustizia umana. La ricchezza di tutti in mano a pochi, popoli interi che soffrono fame e guerre, schiavitù di ritorno e violazione di ogni diritto, sono questi i temi che Papa Bergoglio tocca nel suo discorso alla Comunità, e che, parallelamente, Scimeca e Capponi “inquadrano” attraverso l’utilizzo di immagini provenienti da ogni parte del mondo, a regalarci una testimonianza diretta di quanto predicato da un uomo che si spoglia del suo ruolo (Bergoglio arriva ad auspicare una Chiesa povera per i poveri) per diventare megafono possibile di chi non può rivendicare nulla perchè nulla possiede. Questa alternanza di tragicità umana assurda e folle, vissuta tra l’acqua di un mare, il Mediterraneo divenuto cimitero senza tombe, e le viscere della terra, dove si calano, ad arricchire chi ha già tutto, gli ultimi dannati del nostro pianeta, deflagra attraverso il racconto che i due autori ci regalano di un altro mondo possibile, quello vissuto, in estrema accoglienza e condivisione, all’interno della Comunità “Speranza e Carità”. E’ un esempio per tutti, credenti e non credenti, è lì, tra i volti segnati da esistenze difficili, se non impossibili da sostenere, eppure capaci di regalarci ancora un sorriso vero, a testimoniare ed affermare che se si vuole tutto può cambiare, senza far ricorso a termini lontani come utopia o sogno, ma soltanto a parole profondamente umane come possibilità, volontà, e, soprattutto, giustizia…