Comanda la Francia. La Fiat è «una proprietà francese». Luca di Montezemolo boccia senza appello l’ultima metamorfosi della Fiat in Stellantis, quella successiva a Fca.
Nemmeno menziona la definizione di “fusione paritaria” utilizzata per dare vita a Stellantis, il matrimonio del gennaio 2021 tra la Fiat Chrysler Automobiles e il gruppo Peugeot-Citroen.
L’ex presidente della Fiat ed ex presidente e amministratore delegato della Ferrari assegna lo scettro del comando su Stellantis a Parigi e non a Torino in una intervista al ‘Corriere della Sera’. La sortita su Stellantis è «una proprietà francese» cozza frontalmente con la “fusione paritaria”, la definizione usata ripetutamente da John Elkann e da Carlos Tavares, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Stellantis.
Montezemolo non argomenta perché assegni alla Francia la proprietà del gruppo automobilistico italo-franco-americano. Forse perché la famiglia Agnelli-Elkann con poco più del 14% del capitale è sì il principale azionista singolo della multinazionale ma la famiglia Peugeot e lo Stato francese, insieme, detengono delle quote azionarie superiori. Forse perché Tavares ha il suo ufficio centrale a Parigi. Forse perché sono francesi 6 consiglieri di amministrazione su 11 del gruppo. Forse perché i nuovi modelli di macchine promessi per le fabbriche italiane sono in forte ritardo e gli stabilimenti Stellantis della Penisola utilizzano solo in minima parte la capacità produttiva (la cassa integrazione è a livelli alti). Siamo arrivati al paradosso: i modelli Fiat dominano sul mercato dell’America del Sud mentre annaspano in Italia e in Europa.
Anche Torino e il Piemonte, la culla dell’auto italiana, l’origine dell’impero degli Agnelli, non se la passano molto bene. Torino non è più la mente e il cuore pulsante del gruppo. Mirafiori, un tempo il più grande stabilimento automobilistico europeo, è molto ridimensionato. Fabbrica con successo la 500 elettrica, un modello in produzione da prima della fusione con Peugeot-Citroen. Dall’inizio dell’anno costruisce anche i modelli Maserati trasferiti a Mirafiori dopo la chiusura dell’impianto di Grugliasco. John Elkann, come il nonno Gianni Agnelli, dice di tenere molto a Torino. Ha assicurato: «Il Piemonte e Torino sono indissociabili da Stellantis e dal futuro della mobilità che stiamo costruendo». Il riferimento è alle nuove tecnologie dei motori elettrici che verrebbero concentrate nel capoluogo piemontese.
Intanto, però, anche Exor (la finanziaria della famiglia Agnelli-Elkann) come Stellantis (e prima ancora Fca) ha fatto le valigie per l’Olanda. Exor ha trasferito la sua sede legale ad Amsterdam e la contrattazione delle sue azioni nella Borsa della capitale dei Paesi Bassi. Gli eredi dell’Avvocato si spostano sempre di più fuori da Torino e dall’Italia e, nell’auto, mantengono solo l’incontrastato possesso della Ferrari.
Montezemolo ricorda con grande affetto Gianni Agnelli. Rammenta le tante giornate passate insieme. Smentisce la voce di essere un suo figlio naturale ma, precisa, «per me è stato come un padre». Non nasconde una certa “ruggine” verso John Elkann. Svia una domanda sui rapporti con il nipote dell’Avvocato: «Suo nonno era un uomo generoso d’animo, pieno d’interessi, con grande senso dell’amicizia, che mi è stato sempre vicino nei momenti difficili. Non mi faccia dire altro». Ma una sferzante cosa la dice: Stellantis è «una proprietà francese».