Un altro giornalista è morto ammazzato in Messico. Si tratta di Fredid Roman Roman, 58 anni, direttore del portale La Realidad. Gli hanno sparato il 21 agosto a Chilpacingo, nello Stato di Guerrero, mentre usciva dal suo ufficio, dopo aver finito di scrivere un articolo sulla strage di Ayotzinapa del 2014. La strage avvenne quando pullman di studenti universitari furono assaltati da uomini armati. Sei morti, decine di feriti e 43 desaparecidos furono i risultati dell’azione, che, secondo i genitori degli studenti, avrebbe visto la partecipazione dell’esercito oltre che della criminalità organizzata. Si trattava di studenti di un istituto mal visto dalle autorità locali perché frequentato da insegnati e studenti considerati critici nei confronti delle autorità. La settimana scorsa la vicenda è tornata sulla ribalta perché la commissione d’inchiesta istituita per indagare sull’accaduto aveva espressamente parlato di strage di stato ed era anche emerso un video inedito. Fredid Roman, che stava cercando la verità sulla strage, era evidentemente un giornalista scomodo e per questo è stato ucciso.
Roman ha scritto in 30 anni di carriera su numerosi media e da 1993 al 1996 è stato direttore della comunicazione sociale del “partito rivoluzionario istituzionale” . Nell’articolo che ha pubblicato prima di essere ucciso, ha scritto espressamente, circa la strage di Azyotzinapa: “E’ stato un crimine commesso dallo Stato, questa è stata la conclusione che ha presentato giovedì scorso ai parenti dei 43 student scomparsi il Sottosegretario all’interno e presidente della commissione per la verità sul caso Ayotzinapa, Alejandro Encinas”. Il reporter era reduce da una tragedi dai contorni ancora oscuri, perché il primo luglio scorso, al mercato, era stato ucciso anche suo figlio trentenne.
L’uccisione di Roman è avvenuta a pochi giorni da quella di Juan ArJon Lopez, giornalista sparito dal 6 agosto scorso e ritrovato morto. Aveva 62 anni e gestiva un portale di notizie indipendente tramite Facebook, chiamato “Di cosa hai paura”, in cui riportava notizie locali di un comune dello stato di Sonora. Aveva lavorato anche in altri media locali.
Il sindacato messicano dei giornalisti ha chiesto giustizia e ha rimarcato che le autorità giudiziarie nel caso di reporter uccisi non tengono mai conto del loro mestiere, che invece è la causa degli assassinii.
I giornalisti uccisi quest’anno in Messico sono, secondo la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) , 15, ma si tratta solo dei casi conosciuti. Una strage che continua da anni e che fa del Messico il paese forse meno sicuro al mondo per i reporter. Secondo la Ifj, “è essenziale che in Messico si indaghi sugli omicidi dei nostri colleghi concentrandosi sul loro lavoro per mettere fine all’alto tasso di impunità. Sono necessarie inoltre misure urgenti per migliorare i meccanismi federali di protezione dei giornalisti e prevenire i crimini contro di loro.”. Un appello finora rimasto lettera morta.-