Marina Ovsyannikova, la giornalista russa famosa per avere interrotto, poco tempo dopo l’inizio del conflitto russo ucraino, una trasmissione di notizie della Tv di stato mostrando un cartello in cui accusava Putin di essere un assassino, è stata arrestata per la terza volta ieri, 10 agosto e rischia fino a 15 anni di carcere. Le accuse, in base alle nuove leggi varate dal Cremlino dopo l’inizio del conflitto, riguardano la divulgazione di notizie false sulle forze armate del Paese. A dare notizia del nuovo arresto è stato il legale della giornalista, Dmitry Zakhvatov, che è anche membro del gruppo per i diritti civili Ovd-Info. Prima dell’arresto, erano state effettuate perquisizioni nell’abitazione della cronista, come lei stessa aveva reso noto su Telegram. Un vero e proprio raid, aveva denunciato, condotto da dieci ufficiali della commissione di indagine della Federazione Russa e che aveva intimorito la figlia piccola.
La Ovsyannikova ha collegato questo nuovo arresto a un’altra protesta solitaria che aveva messo in atto in luglio, mostrando davanti alle telecamere, in un luogo non lo tanto dal Cremlino, un altro cartello con la scritta: “352 bambini sono morti. Quanti altri bambini devono morire perché tu smetta?”. Per quella stessa protesta la giornalista era già stata arrestata e condannata a pagare una multa di 50 ila rubli, poi rilasciata. Una prima volta era stata fermata in marzo e rilasciata dopo una multa di 30mila rubli.
Ovsyannikova aveva anche cercato di lasciare il paese ma era stata respinta dall’Ucraina perché considerata legata, in passato, alla propaganda di Mosca. Si era anche rifugiata in Germania, ma era poi tornata in Russia per proseguire la sua battaglia.
La Federazione europea dei giornalisti (EFJ) condanna duramente la detenzione della cronista e chiede il suo immediato rilascio. “Condanniamo fermamente le minacce giudiziarie a Marina Ovsyannikova e a tutti i cittadini russi che osano dire la verità circa la guerra in Ucraina- ha detto la presidente Efj, Maja Sever – la Efj denuncia il regime di censura e repressione che sta creando terrore in Russia. Domandiamo l’immediato rilascio della giornalista e delle migliaia di cittadini perseguitate perché hanno pacificamente esercitato il loro diritto alla libera espressione”
Secondo la NGO russa OVD-info sono oltre 16mila I cittadini arrestati, dal 24 febbraio, per avere semplicemente mostrato la loro contrarietà alla guerra in Ucraina. Per Net Freedoms Project, le autorità russe hanno avviato 79 procedimenti penali con l’accusa di avere diffuso presunte “notizie false” sulle forze armate, oltre ad altri 4mila procedimenti amministrativi.
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