Aspettiamoci una campagna elettorale cattiva, zeppa di parole di odio e di insulti liberi.
Che lo facciano i politici e le politiche, forse, non sorprende, perché urlare più forte, possibilmente con epieati cattivi, sembra distogliere i cittadini e le cittadine dai contenuti e dai programmi (anche perché, spesso, faticherebbero a trovarli). Ma se a dare il cattivo esempio, perché non in grado di dare buoni consigli (mi perdoni De André per la citazione), è la nostra categoria, allora il rischio di una deriva sguaiata è concreto.
Sulla prima pagina di ‘Libero‘, Alessandro Sallusti oggi dà della “stronza” a Natalia Aspesi per un articolo sulla leader di FdI: Sallusti è recidivo (anche con altri), la denuncia al Consiglio di Disciplina è il primo passo, la solidarietà ad Aspesi immediata, il monitoraggio continuo e le segnalazioni di questo uso barbaro del linguaggio un dovere di ognuno e ognuna di noi.
Sdoganare l’insulto è una violazione dell’articolo 21 e un attacco alla democrazia.