Con ogni probabilità la Meloni sarà il prossimo capo del governo. Per ottenere la più ambita poltrona Giorgia ha accettato molti compromessi. Per avere l’OK da Biden è diventata atlantica. Per non spaventare i mercati è diventata europeista. Inoltre ha dovuto accettare i resti mummificati di Forza Italia, per non perdere l’appoggio (evidente) delle reti Mediaset che (DIA) “è direttamente riconducibile a Berlusconi”, padrone di casa, e di fidanzata, nei summit (e Calenda?). Rispetto al 1994 la situazione è molto peggiorata, perché all’epoca la Lega di Bossi voleva lottare la mafia.
Dai discorsi di tutti i partiti nulla si evince di lotta alle mafie, nemmeno usando l’eufemismo di “criminalità organizzata”. Forse perché qualunque politico potrebbe affermare: “lo vuole l’Europa”, in quanto, tra le tante vessazioni che l’Europa impone agli stati “non frugali”, non si fa menzione di lotta alla mafia. Come se il Mafiascismo non fosse un problema che riguarda l’intera Europa.
Lo scorso millennio Bufalino riteneva che la mafia sarebbe stata sconfitta da “un esercito di maestri”; dando per scontato che la cultura fosse contro la mafia. Purtroppo il capo della mafia siciliana, già negli anni ’50, era Navarra, medico e primario di Corleone, per cui da sempre i titoli di studio non sono un antidoto contro il crimine; anzi le grandi capacità economiche consentono ai mafiosi di mandare i figli nelle migliori università, anche oltre Atlantico.
Forse servirebbe un “esercito di ragionieri”, non maestri, che potrebbero far capire che la mafia è un peso enorme per l’intera economia, per colpa: dei veti incrociati (che diventano conseguenti veti politici), del controllo capillare del territorio (vere aree tribali) e della conseguente scomparsa del “libero mercato”; danni che colpiscono tutti gli imprenditori, di cui molti dichiaratamente mafiosi. Già negli anni quaranta un mafioso americano, di origini irlandesi, capì che avrebbe ottenuto di più con la legalità. Il figlio divenne presidente. La storia potrebbe ripetersi, anche in Italia.