Una discreta quota di elettori è all’asta. Chi offre tagli più consistenti alle tasse vince il loro voto. B. brucia tutti sul tempo con un 23% per tutti, ricchi e poveri. Ma subito le teste si girano verso Salvini che nell’altro lato della piazza offre il 15% di tassa piatta, e visto che si vuole rovinare, promette anche la rottamazione delle cartelle. La destra promette un’Italia ”paradiso fiscale”, dove nessuno disturberà i ricchi evasori.
A sinistra, Letta ha provato a lanciare una tassa sulla successione dei grandi patrimoni, ma si è fatto incartare dalla destra. Che nasconde i pochi ricchi nel mucchio dei paveri, spaventandoli come se la patrimoniale riguardasse tutti. La gente abbocca, il PD teme di perdere consensi e la proposta rientra, perché Letta non ha voglia di precisare che la tassa colpirebbe solo gli abbienti. Certo, la pacchia fiscale si vende meglio della giustizia sociale. Ma fino a quando la sinistra non saprà comunicare pochi e chiari obiettivi, perderà sempre il voto dei semplici.
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