“Sei una morta che parla. Una zombie che cammina… Non c’entri nulla con questa grande Nazione che è l’Italia. Sei un’araba. Sei un corpo estraneo in questa Nazione. Torna a far crescere il tuo paese d’origine che ne ha bisogno per davvero, araba di ‘sto cazzo. Mettici pure la faccia, sarà più facile riconoscerti… Ci pensiamo noi a far crescere l’Italia! Tu puoi anche andartene fuori dai coglioni, così magari ti metti in salvo.” È un fiume in piena Antonio, minaccia dopo l’altra. Fino a evocare la sua asserita paladina.
“Ci sono donne in Italia che ti pisciano in testa. Una di queste è Giorgia Meloni… abbassa la cresta. Ti conviene metterti in salvo. Sei avvisata. Non ti minaccio. Ti sto facendo del bene vai a far crescere l’Africa. Vivi… Invece di scavarti la fossa con le tue chiacchiere inutili”. È questo che ti insegna la Meloni?. “La Meloni ti farà sparire nel nulla. Sei avvisata. Continua a fare la prepotente finché puoi. Hai i giorni contati, lo sai, vero? Guardati le spalle le cose stanno cambiando”.
Spengo il telefono e guardo i miei due figli mentre dormono sereni. Penso ai loro nomi italiani e arabi. Al nostro viaggio di ritorno a Roma e alle scuole che inizieranno. Il più piccolo di appena 3 anni quest’estate oltre all’italiano ha iniziato a parlare arabo come la sorella di 7. Sono figli di una coppia mista nati in Italia da padre italiano. Non certo senza difficoltà provenendo io stessa da una cultura conservatrice che ho combattuto e convertito da dentro e nel mio piccolo in nome dell’umanità, l’uguaglianza, il rispetto e l’amore. Una battaglia gigante di cui vado fiera.
Eppure oggi non posso sentirmi serena, perché la sensazione è che stia allo stesso punto a parti inverse. Oggi io ed altre persone come me nonostante abbiano scalato muri e montagne si trovano minacciate per la diversità che rappresentano. Queste minacce, non arrivano per caso ma sono il frutto di una lunga narrativa portata avanti dai due leader politici di destra che in questi anni non hanno fatto altro che soffiare astutamente sulla fiamma dell’odio, il pregiudizio e la discriminazione verso il diverso, gli immigrati, gli stranieri, colpevoli di ogni male e crimine, polarizzando un noi e un loro, senza mai dare tempo o spazio all’inclusività.
L’odore del sangue e la vendetta di cui sembrano ubriachi i loro elettori, esce fuori in tutta la sua violenza con tanto di minacce di morte, ancor più sentendosi ormai il paese in mano. Ma è questo il prezzo che l’Italia è disposta a pagare in nome di questa nuova ideologia di “patriottismo” e di quel “Prima gli italiani”?
Intervento di Karima Moual tratto da Repubblica
Disegno di Alekos Prete