Eccidio di Sant’Anna, il messaggio di Mattarella per il 78esimo anniversario. “Le radici di una civile convivenza”

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A Sant’Anna di Stazzema il ricordo del terribile eccidio è ancora così vivo che strazia il cuore. Venerdì 12 agosto 2022, 78esimo anniversario della strage nazifascista compiuto dai soldati tedeschi di tre compagnie SS con l’aiuto di alcuni collaborazionisti fascisti della Repubblica sociale italiana, in cui furono massacrate 560 persone, per lo più donne, anziani e tra loro 130 bambini, la più piccola, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni. La magistratura militare italiana accertò che non si era trattato di rappresaglia in risposta ad un’azione, ma come è emerso dalle indagini, di un atto terroristico premeditato con l’obiettivo di distruggere la frazione di Stazzema, in provincia di Lucca e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento tra i civili e le formazioni partigiane della zona. Eppure ancora oggi dopo tanti anni resta una strage impunita e nessuno ha pagato con un solo giorno di carcere per quei delitti efferati. Per molti, troppi anni la politica ha chiuso gli occhi su questa vergognosa vicenda. Il primo Presidente della repubblica che ruppe il muro dell’indifferenza fu un toscano, il livornese Carlo Azeglio Ciampi che nel 2000 decise di trascorrere il primo 25 aprile del suo mandato proprio a Sant’Anna. Fu una prima spinta importante per la riapertura delle indagini. Quella definitiva arrivò dal giornalista Franco Giustolisi, inviato del settimanale l’Espresso, con la sua inchiesta in cui coniò la definizione di “Armadio della vergogna” riferendosi all’armadio ritrovato nello sgabuzzino della cancelleria di palazzo Cedi-Gaddi a Roma, contenente 695 documenti “secret” fra cui quelli sulle atrocità compiute a Sant’Anna di Stazzema. Questi fascicoli arrivarono alla procura militare della Spezia e dopo dieci anni, al termine di una complicatissima indagine, si riuscì a portare a processo dieci sottufficiali e ufficiali nazisti. Nel 2005 arrivarono 10 ergastoli che nessuno però ha mai scontato a causa dell’età avanzata dei condannati. Ricordare quell’eccidio è oggi ribadire con forza che non è possibile riabilitare il fascismo, che fece della violenza e dell’orrore lo strumento di affermazione contro le minoranze etniche e religiose e contro chi si opponeva alla sua politica, che non si può permettere che possa accadere ancora e non si può restare indifferenti agli eccidi che continuano ad accadere nel mondo. Oggi a Sant’Anna si è ricordato quel tremendo anniversario. Presenti molti sindaci e il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. A tenere l’orazione ufficiale è stata invitata Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto, che ha parlato di fronte all’ossario, ricordando anche Cesira Pardini ed Enrico Pieri, superstiti dell’eccidio, che ci hanno lasciati nei mesi scorsi che in questi anni “ci hanno guidato e motivato il nostro agire”. Cuppi ha ricordato come questo tra Sant’Anna e Marzabotto sia “un patto che si rinnova ad ogni commemorazione per non fare della memoria un cimelio per far sì che sia la materia preziosa che plasma il presente, che determina futuro. E qui lo rinnoviamo non solo tra le nostre comunità di Sant’Anna, Marzabotto, Monte Sole, ma tra tutti coloro che fanno la scelta di esserci, con la nostra presenza, non facendo mai un passo indietro nella difesa della nostra Costituzione antifascista e dei valori che contiene per preservare la nostra democrazia”.  Attraverso un messaggio giunto al Sindaco Maurizio Verona, a Michele Morabito direttore del Parco Nazionale della Pace, all’Associazione martiri di Sant’Anna e alla popolazione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella scrive che “l’orrore ha colpito le nostre terre, la nostra gente, a testimonianza degli effetti di ideologie perverse nemiche della dignità e della libertà delle persone”. Il capo dello Stato sottolinea nel suo messaggio che “la memoria dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema è, per l’intera Europa, una spinta costante a mantenere al primo posto il tema del rispetto della vita delle persone, della pace come orizzonte storico necessario, della partecipazione a comuni prospettive di vita e di sviluppo”. Mattarella parla poi del “segno profondo di un orrore così grande, inciso a caratteri indelebili nella coscienza della Repubblica”. Il presidente della Repubblica ricorda anche come “dalla reazione a quell’abisso scaturì il riscatto morale e civile del nostro popolo, il secondo Risorgimento del nostro Paese. Da qui hanno preso le mosse le radici di una civile convivenza che ha trovato nella Costituzione i suoi architravi”. Nel suo messaggio il ringraziamento e il ricordo dei sopravvissuti e di quanti offrirono la propria testimonianza per superare quel dramma, affinché fosse fatta giustizia: “Gli italiani devono grande riconoscenza ai pochi testimoni sopravvissuti, ai familiari delle vittime, a quanti si sono impegnati negli anni a ricostruire circostanze ed eventi, a ricomporre le storie individuali. La loro testimonianza è stata preziosa, contribuendo a costruire un memoriale vivente, intimamente connesso ai valori e ai principi che regolano la vita della nostra comunità: monito permanente alle generazioni che si succedono”.


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