Da Taiwan all’Ucraina, seguire la storia

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Il governo italiano, nel secondo dopoguerra, bollò con il fuorviante termine di “separatismo” il movimento per l’Indipendenza Siciliana. La terra del più antico parlamento del mondo, della più antica bandiera d’Europa, emblema di uno dei più nobili regni  millenari del mondo, non voleva “separarsi” da uno stato, inventato ottanta anni prima, voleva l’Indipendenza. La nobiltà del regno fu tale che quando i Borbone ricevettero l’intero sud italiano si fregiarono del titolo di “Regno delle due Sicilie”, per ottenere un emblema di nobiltà e continuità storica per il loro potere.

Oggi il mondo intero è alle prese con decine di conflitti e guerre che hanno a pretesto indipendenze e separatismi. In Africa quasi sempre si tratta di conflitti reali per territori inventati – come già durante il colonialismo – al solo scopo di creare stati fantoccio nelle mani delle multinazionali che depredano le materie prime. Altri separatismi hanno matrice politica. Emblematico il caso del Kossovo, stato creato ad arte dall’occidente, per danneggiare la Serbia. Prodi, che si era opposto, fu per questo fatto fuori dal duo Cossiga-D’alema; il primo ex comunista capo del governo italiano.

Un colpaccio lo fece sempre l’occidente grazie a Eltsin (e Putin) che smembrò l’URSS in una miriade di stati, alcuni di fantasia. Ma in questi casi la madrepatria approvò queste indipendenze e/o separatismi. Ecco il motivo “giuridico” che consente all’Ucraina di opporsi alla Russia.

Caso più controverso è quello di Taiwan, una isola che non ha tradizione storica di indipendenza ed esiste come stato – extra ONU – solo perché nel ’49 la Cina di Mao non aveva una marina militare. La recente visita della  Pelosi è riuscita a mettere tra le braccia di Putin la Cina, che trova evidenti analogie tra l’Ucraina e Taiwan. Una indispensabile “Realpolitik” dovrebbe portare l’occidente a trovare una soluzione come per Hong-Kong, un’isola che apparteneva alla Cina, restituita dal Regno Unito alla fine dello scorso millennio. Sono prevedibili tempi lunghi, durante i quali magari la Cina potrebbe diventare democratica. Oppure l’occidente divenire una enorme dittatura.


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