Federazione europea e sindacato nazionale stigmatizzano il verdetto ai danni di Iryna Slaunikava, riconosciuta colpevole di aver organizzato azioni collettive contro l’ordine pubblico e di essere a capo di un gruppo estremista. «È una prigioniera politica», denunciano.
Un tribunale di Homel, in Bielorussia, ha condannato, mercoledì 3 agosto 2022, la giornalista Iryna Slaunikava a 5 anni di carcere. La reporter, che è vicepresidente dell’Associazione bielorussa dei giornalisti (Baj), è stata riconosciuta colpevole di aver organizzato azioni collettive contro l’ordine pubblico e di essere a capo di un gruppo estremista.
Una sentenza che la Federazione europea e l’Associazione bielorussa dei giornalisti chiedono venga annullata in quanto «arbitraria e illegale», si legge sul sito web della Efj.
Iryna Slaunikava e suo marito Alexander Loika sono stati arrestati nell’ottobre 2021 all’aeroporto di Minsk, di ritorno da una vacanza in Egitto. L’uomo è stato rilasciato dopo 45 giorni. Per la giornalista è stata formalizzata l’accusa di “organizzazione e preparazione di azioni che minano seriamente l’ordine pubblico”, cui la magistratura bielorussa ha poi aggiunto nuove accuse: “creazione di un gruppo estremista, o leadership di un tale gruppo o di un’unità strutturale che ne fa parte”. Il “gruppo” sarebbe il canale televisivo Belsat, che le autorità di Minsk considerano, appunto, un’organizzazione estremista.
Secondo gli inquirenti, c’erano prove che Slaunikava era a capo di Belsat. Ma al momento del suo arresto, la reporter non collaborava con il canale televisivo già da molto tempo, essendo una dipendente a tempo pieno della tv pubblica polacca TVP.
«Con questo verdetto vergognoso e illegittimo, la magistratura bielorussa equipara il diritto di ricevere e diffondere informazioni, garantito dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, con l’attività estremista», commenta la presidente della Efj Maja Sever. «La dittatura bielorussa – aggiunge – continua a perseguitare i giornalisti che semplicemente esercitano il loro diritto alla libertà di espressione. I giornalisti non sono estremisti e non è un crimine avere opinioni diverse da quelle delle autorità».
Ricardo Gutiérrez, segretario generale del sindacato europeo, chiede che «la sentenza sia cancellata e che vengano rilasciati tutti i 29 professionisti dei media al momento dietro le sbarre in Bielorussia. L’Unione europea, il Consiglio d’Europa e l’Osce – incalza – adottino le misure necessarie affinché siano identificati e puniti gli agenti della repressione bielorussa».
Insieme con le organizzazioni bielorusse per i diritti umani, Efj e Baj considerano Iryna Slaunikava una prigioniera politica.
La giornalista Iryna Slaunikava (Foto: @EFJEUROPE)