Da parecchi anni è ormai complicato essere giornalisti in Italia. Non ci stiamo riferendo a colleghi minacciati da organizzazioni criminali ed a chi è purtroppo oggetto di ‘querele temerarie’, odiosi attacchi ad personam in grado di rovinare la vita professionale di un giornalista.
Parliamo qui della possibilità di costruire una vita dignitosa facendo questo mestiere con fiducia nel futuro grazie a contributi da versare con fatica. L’INPGI (o meglio, il vecchio INPGI 1), quello dei giornalisti dipendenti, è stato definitivamente assorbito dall’INPS per decisione del governo Draghi. Fuori dall’operazione è rimasto, invece, l’INPGI 2 (l’odierno unico INPGI), vale a dire quello di lavoratori freelance, autonomi e parasubordinati: la parte più ampia e anche più fragile ed esposta della categoria. Disponiamo di poche tutele, meno contributi previdenziali e spesso non abbiamo né orizzonti davanti a noi né la possibilità di vivere del lavoro di giornalista.
Nei mesi scorsi sono comparse sul web un paio di petizioni con l’intento di fare luce sul destino del nuovo INPGI (ex-INPGI 2) e sul suo statuto di fronte ad una situazione totalmente cambiata. La petizione ‘Appello per un nuovo INPGI: più garanzie per i giornalisti lavoratori autonomi’ ha raccolto le firme di parecchi giornalisti e cittadini lungo la nostra penisola.
L’appello, “steso da un piccolo gruppo di giornalisti precari, in forma anonima per evitare etichettature di parte od autopromozionali”, chiede che il nuovo INPGI possa avere una sorte diversa e migliore del vecchio INPGI 1. C’è la necessità di una gestione oculata, trasparente e partecipata, ma anche agile e sobria, che eviti sovradimensionamenti dell’ente e che garantisca un’ampia partecipazione sulle decisioni da prendere per un domani sicuro.
Siamo gli unici ad osservare che la nascita del nuovo INPGI e del suo statuto stanno avvenendo nel più completo silenzio? Sarebbe auspicabile un percorso di ascolto di freelance, autonomi e parasubordinati? Cosa ne pensano i colleghi? Perché non discuterne apertamente e insieme?
Ad inizio 2022, durante il discorso d’insediamento, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha posto l’accento sulla questione: «Dignità è garantire ai cittadini — ha affermato — un’informazione libera e indipendente.» Ciò non sarà possibile se i giornalisti non dipendenti continueranno ad essere ‘indeboliti dalla precarietà del loro lavoro’: compensi, versamento di contributi e l’intera previdenza dipendono dall’attuazione delle leggi sull’equo compenso e da un INPGI che si batta anche su questo.
La petizione è aperta ad addetti ai lavori e semplici cittadini, poiché un’informazione libera ed indipendente è patrimonio di tutti in una sana democrazia. L’invito è quello ad aderire.
Questo è il link al testo: