A dare la notizia il sito indipendente Garowe Online. L’uomo si trovava a Mogadiscio. Era stato vittima di depistaggi emersi in occasione della sua liberazione. «Lo Stato italiano, che lo ha tenuto in carcere da innocente, ha ora il dovere di “illuminare” la sua esecuzione», rileva il sindacato.
Una bomba sotto il sedile dell’auto ha ucciso, mercoledì 6 luglio 2022 a Mogadiscio, Hashi Omar Hassan, il somalo condannato e poi assolto per l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuto il 20 marzo 1994 in Somalia mentre lavoravano ad un’inchiesta su traffici di rifiuti e armi. Lo ha reso noto in un tweet il sito di notizie indipendente somalo Garowe Online.
Hassan fu condannato in secondo grado e in Cassazione per aver fatto parte del commando che uccise i giornalisti italiani, ma un successivo ricorso portò all’assoluzione dopo oltre 16 anni di reclusione. Lo Stato Italiano lo ha risarcito con 3 milioni.
«La sua è stata una vita distrutta da spie, delatori, depistatori», il commento a caldo, affidato a Twitter, del presidente Fnsi, Giuseppe Giulietti. «Mamma Luciana e papà Giorgio – aggiunge – non avevano mai creduto alla sua colpevolezza e festeggiarono la sua liberazione. Lo Stato italiano, che lo ha tenuto in carcere innocente per 16 anni, ha ora il dovere di “illuminare” la sua esecuzione».
In una nota congiunta, Fnsi e Usigrai chiedono inoltre alla Rai «di tenere i riflettori accesi su questo omicidio» e alle autorità italiane «di attivare tutte le iniziative necessarie per fare luce sull’attentato. Dopo aver tenuto in carcere ingiustamente Hashi Omar Hassan – osserva il sindacato – il nostro Paese ha il dovere morale di contribuire in ogni modo a individuare le responsabilità nell’attentato e gli eventuali legami con la vicenda dei giornalisti della Rai uccisi in Somalia nel 1994».
Tramite l’avvocato Giulio Vasaturo, Federazione nazionale della Stampa italiana, Usigrai e Ordine dei giornalisti depositeranno nelle prossime ore una richiesta alla Procura di Roma, all’Ambasciata italiana a Mogadiscio e all’Ambasciata somala in Italia per sollecitare indagini mirate sulle dinamiche dell’attentato in cui ha perso la vita Hashi Omar Hassan, anche al fine di verificare l’esistenza di un eventuale collegamento fra questo delitto e l’inchiesta, tuttora in corso, sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
«Siamo molto turbati dalla tragica uccisione di Hashi», anticipa l’avvocato Giulio Vasaturo. «Non possiamo non riscontrare la sconcertante ricorrenza di morti misteriose che lega tanti protagonisti dell’inchiesta giudiziaria sul caso Alpi-Hrovatin. Poco dopo aver testimoniato in Italia, fu rinvenuto in un albergo di Mogadiscio il cadavere di Ali Abdi, l’autista di Ilaria, deceduto in circostanze mai chiarite. Starlin Arush, attivista somala, amica dell’inviata del Tg3, è stata invece uccisa da un commando di sicari, nei pressi di Nairobi, nel 2003. Faremo di tutto – conclude Vasaturo – affinché le autorità italiane e somale collaborino fattivamente per far luce sullo scenario che si cela dietro l’uccisione di Hashi Omar Hassan e per fare chiarezza su questa serie di inquietanti delitti che si protrae, ininterrotta, da circa trent’anni».
Il brano “Rosa Bianca” di Stefano Corradino è dedicato alla storia di Ilaria Alpi