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Tra due giorni in Indonesia si decide su Nicola Di Santo, detenuto in condizioni disumane

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Tra due giorni si terrà in Indonesia l’ultima udienza nel processo in cui è imputato il nostro connazionale Nicola di Santo accusato di essere il mandante di una rapina ai danni del socio.
Al momento dell’arresto Nicola è stato picchiato e torturato affinché rendesse confessione di un reato che giura di non aver commesso: gli hanno puntato una pistola alla testa e ha subito bruciature sulla pelle con accendini e sigarette (ha ancora i segni delle ferite)
Nicola è ristretto in una cella di transito che misura  13 passi da muro a muro, insieme ad altri detenuti. Dorme sul pavimento senza una coperta, gli danno da mangiare due ciotole di riso al giorno ed è privato di tutti i suoi diritti compresi l’ora d’aria e i colloqui. Nicola è dimagrito di 10 chili ed è spesso soggetto ad infezioni e febbre a causa delle indecenti condizioni igieniche in cui è costretto a vivere da otto mesi.
Nicola ora rischia una condanna pesantissima ad anni di detenzione in condizioni inumane e degradanti oggettivamente insopportabili.
(Nella foto una delle notizie riportate in Italia sul caso Di Santo)

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