BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

#PaoloBorsellino. Dopo Falcone, la morte di Borsellino era una certezza e lo Stato non ha fatto il suo dovere per evitarla

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Lo ascoltai a un convegno su “Mafia e politica”, era il 1991. Ebbi persino la possibilità di poter fare una domanda. Gli chiesi: “Dottor Borsellino lei teme per la sua vita?”. La sua risposta seguita quasi da un ghigno, fu più o meno la seguente: “Sì. Temo per la mia vita e soprattutto per quella delle persone che mi sono vicine, dai miei familiari agli uomini della mia scorta”. “So che la mafia vuole la mia morte come quella del mio fraterno amico Giovanni Falcone e penso che se moriremo non sarà solo per volere della mafia ma per una serie di concause che vanno dal nostro isolamento fino alla complicità delle istituzioni colluse e corrotte”. Questa fu la sua testuale risposta. Vi fu un lungo silenzio, la mia fu l’ultima domanda. Mi alzai e mi diressi verso di lui come tutti i presenti e gli strinsi la mano. Ricordo che la sua presa fu molto forte, lui mi sorrise come fece con tutti poi accese una nuova sigaretta e si diresse verso l’auto di Stato che lo stava aspettando. Mi rimase impresso che si fermò per stringere la mano a tutti, nessuno escluso. Notai anche che fumò durante tutto il convegno a volte accendendo la sigaretta nuova con quella appena finita. Fu una giornata memorabile che ancora oggi resta stampata nella mia mente e che mi guida e m’induce a riflettere ogni giorno soprattutto sugli attuali rapporti tra mafie e politica. Per me fu un immenso piacere poterlo vedere dal vivo (cosa che non ho potuto fare con Giovanni Falcone) anche se il clima di quel periodo era già molto teso e triste perché sia su Falcone, sia su Borsellino il cerchio dell’isolamento, dell’emarginazione e della delegittimazione si stava stringendo sempre di più.

Vincenzo Musacchio gira da trent’anni per le scuole, in Italia e all’estero, incontra gli studenti di ogni ordine e grado, per raccontare la sua esperienza di lotta alle mafie come insegnante e come studioso. È stato amico e “allievo” di Antonino Caponnetto. Domani è stato invitato, per il trentennale della strage di via D’Amelio, dal “Comites Olanda” (organizzazione olandese degli italiani all’estero) per commentare la proiezione del docufilm “Borsellino. L’ultima stagione”. (a cura di Lucia De Sanctis).


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