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Paciolla: una luce che non si spegne. A due anni dalla sua scomparsa una manifestazione a Napoli per chiedere verità e giustizia

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“Tra poche ore uscirà ufficialmente la versione acustica di ‘Sempe Ccà’ e domani mattina sarò in giro per le strade di Napoli, accompagnato da Alessandro e supportato dagli studenti del comitato Link Orientale per cantarla in mezzo alla gente. La nostra preghiera laica per Mario”.

Inizia così a Napoli domani  con il coinvolgente brano di Valerio Bruner, la giornata dedicata a Mario Paciolla. La canzone, colonna sonora di un documentario in fase di realizzazione, che il musicista, anche nel ruolo di regista e produttore, ha voluto dedicare alla memoria del suo amico, sarà proposta in un mini-tour, che partirà proprio davanti a Palazzo Giusso, sede dell’Università Orientale di Napoli. Lì dove Bruner e Paciolla hanno condiviso anni di studi. Una sorta di racconto cantato, che terminerà al Kobe Park di Montedonzelli, davanti al murale dedicato al giovane napoletano. Il parco dove da ragazzo Mario amava giocare a basket  “Alle 18.00 –  conclude Bruner – saremo infine alla Sala del Capitolo del Convento di San Domenico Maggiore non solo per ricordare Mario, ma soprattutto per  non dimenticare che siamo in tanti a tenere la fiamma accesa ed invocare, uniti e a gran voce, che sia fatta verità e giustizia”. Una luce che non si è mai spenta, grazie alla dignità e forza dei suoi genitori Anna e Pino e all’organizzazione comunitaria #giustiziaperMarioPaciolla, che ogni giorno dai social racconta aggiornamenti sul suo caso e tiene acceso il suo ricordo. All’evento parteciperanno, tra gli altri, Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa e Alessandra Ballerini, legale della famiglia Paciolla.

Era il 15 luglio del 2020 fa quando Mario Paciolla, il 33enne napoletano impegnato come osservatore dell’Onu per il rispetto degli Accordi di Pace a San Vinziente del Caguàn in Colombia, fu ucciso a casa sua e per questo omicidio, all’inizio travestito da suicidio, ancora non si conoscono i mandanti e gli assassini. In questi due anni, con un primo accorato evento realizzato  a quindici giorni dalla tragedia  nella Villa Comunale di Napoli, si sono moltiplicate le iniziative per accendere una luce su questo caso irrisolto. Striscioni, murales, festival, strade e luoghi dedicati, tanti Comuni italiani che hanno chiesto con forza verità e giustizia per il valoroso “costruttore di Pace”, così come lo definiva in una vignetta Mauro Biani a nove mesi dalla sua morte… Ma Mario era anche un giornalista che verificava le sue fonti, quando si firmava Astolfo Bergman, rispettando la cautela che caratterizza il mondo della cooperazione internazionale e le norme che regolano l’operato dei suoi lavoratori.

Perché Mario sopravvive in tutti coloro che lo amavano. In chi non lo ha conosciuto e chi ha avuto la fortuna di conoscerlo…. Per questo –  a distanza di due anni da quel tragico giorno –  la famiglia di Mario, gli amici e con il supporto e la vicinanza del Comune di Napoli hanno  organizzato una manifestazione  in suo ricordo.


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