Azzerate a Catania due organizzazioni criminali che facevano affari col traffico e la produzione di droga, cocaina e marijuana. Nel corso della notte, la polizia di Stato, su mandato della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo etneo, ha eseguito un’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Catania, che ha disposto la misura cautelare per 28 persone, 22 delle quali sono finite in carcere. Nel doloroso anniversario dei trent’anni dalla strage di via D’Amelio, le forze dell’ordine rispondono sferrando un duo colpo alla criminalità organizzata, con due distinte operazioni di polizia: “Grande Mandamento” a Palermo, che ha colpito il clan del quartiere Noce e “Blanco”, nella città alle pendici dell’Etna. Qui le indagini coordinate dalla Dda e condotte dalla Sezione antidroga della squadra mobile avevano preso il via nell’ottobre 2018, a seguito del ferimento a colpi d’arma da fuoco di un uomo e del tentato omicidio nel novembre dello stesso anno di un pregiudicato, ritenuto appartenente al clan mafioso della città Cappello – Bonaccorsi. Scattano, quindi, le perquisizioni e in un parcheggio di via Della Bainsizza, furono trovate una pistola semiautomatica calibro 44 con matricola abrasa, un revolver calibro 357 Magnum ed un giubbotto antiproiettile.
Le indagini proseguono e approdano fino al cimitero comunale di Catania, dove gli uomini dell’Antidroga rinvengono all’interno di una tomba altre armi e munizioni, anche da guerra, chiuse in un sacco utilizzato per il trasporto delle salme. Un lavoro certosino, messo in campo con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, ambientali e con sistemi di videoregistrazione, culminato nell’operazione di oggi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, dietro al traffico di stupefacenti ci sarebbero due organizzazioni criminali distinte, che operavano fra Catania e la Locride calabrese, con i carichi di droga che viaggiavano con cadenze settimanali nascosti all’interno di box, ricavati dalle autovetture utilizzate per il trasporto. L’organizzazione che trafficava in cocaina avrebbe avuto al vertice Lorenzo Michele Schillaci, vicino al gruppo Nizza del clan Santapaola- Ercolano, Michele Fontanarosa e il trafficante calabrese Giovanni Minnici. La polvere banca veniva poi smerciata nel rione popolare di San Giovanni Galerno. La seconda organizzazione era invece dedita al traffico di marijuana ed aveva la propria base operativa nel rione di San Berillo Nuovo. L’intera operazione ha visto la collaborazione del personale della di Catania, Reggio Calabria, Salerno e Agrigento. Resta da capire chi e in che modo fornisse le armi, comprese quelle da guerra, al sodalizio criminoso.
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