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Omissioni e depistaggi, ecco perché i genitori di Mario Paciolla chiedono giustizia e verità all’Onu

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Ripongono speranze e ottimismo nel nuovo corso di governo della Colombia, i genitori di Mario Paciolla a due anni dalla morte del ragazzo napoletano, trovato morto nella sua abitazione di San Vincente del Canguan, in Colombia, dove svolgeva l’attività di volontario per le Nazioni Unite. Quel giorno, Mario era in procinto di rientrare in Italia. E’ stato ricordato nel corso di una cerimonia che si è svolta nel complesso di San Domenico Maggiore con i genitori, Anna e Pino Paciolla, Gaetano Manfredi, l’avvocata Alessandra Ballerini, la Federazione Nazionale della Stampa e il Sindacato campano dei giornalisti (Mario infatti aveva il tesserino da pubblicista), attivisti ed esponenti della cultura e i genitori di Giulio Regeni.  Il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, ha inviato un messaggio in occasione della manifestazione: “Fare piena luce sulla morte di Mario – senza accontentarsi di sbrigative ricostruzioni – non è dunque una questione che appartiene alla sola famiglia, devastata dal dolore per la perdita di un congiunto. Essa chiama in causa l’interesse della nostra comunità nazionale come pure di quella internazionale  – ha dichiarato Fico – perché la ricerca della verità e della giustizia sono valori universali che riguardano tutti”.

L’avvocata Ballerini, che assiste le famiglie Paciolla e Regeni ha evidenziato il “muro di gomma” eretto dalle Nazioni Unite, per la scarsa collaborazione offerta nelle indagini. Anzi, la legale ha annunciato che intende denunciare il funzionario entrato per primo nella stanza dove Paciolla è stato trovato morto (un suicidio, era stato detto in un primo momento) per occultamento di prove. All’epoca furono lavate le macchie di sangue con candeggina e compiuti altri atti che, secondo i familiari di Mario, sarebbero stati funzionali a nascondere la verità.

“Ci sarà un impegno costante della città affinché si arrivi alla verità – ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi – bisogna spingere sulle diplomazie e sui governi dei due Paesi per fare in modo che ci possa essere finalmente verità rispetto a una vicenda che ci lascia ancora sgomenti e soprattutto con grandi dubbi”.


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