“Domiziano Imperatore. Odio e amore”, la mostra ai Musei Capitolini aperta al pubblico dal 13 luglio 2022 al 29 gennaio 2023 racconta, come affermato dai curatori in conferenza stampa, la storia di Domiziano, complessa figura di principe e tiranno non compresa dai contemporanei e successivamente dai posteri. Recentemente, l’analisi delle fonti materiali, in particolare epigrafiche, ha restituito l’immagine di un imperatore attento alla buona amministrazione e al rapporto con l’esercito e con il popolo, devoto agli dei e riformatore della moralità degli uomini. Un imperatore che non incoraggiò la formula autocratica “dominus et deus”, ritenuta da molti la motivazione dei sospetti, terrore e condanne a morte, sfociati nella congiura nella quale egli perse la vita. Coprodotta dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dal Rijksmuseum van Oudheden dell’olandese città di Leiden, “Domiziano Imperatore, Odio e amore” è il risultato di un accordo culturale di dimensione internazionale.
La mostra è stata presentata dall’assessore alla cultura di Roma Miguel Gotor, dal Sovrintendente Capitolino ai beni Culturali Claudio Parisi Presicce, da Massimiliano Munzi curatore dell’esposizione. Come spiegato da Gotor l’esposizione ‘God on Earth. Emperor Domitian’, alla quale la Sovrintendenza Capitolina ha partecipato con importanti prestiti, è stata ospitata a Leiden dal 17 dicembre 2021 al 22 maggio 2022. In continuità con essa e riprendendo parte del progetto scientifico e dei prestiti, la Sovrintendenza ha elaborato una diversa articolazione narrativa grazie all’aggiunta di nuove opere. Claudio Parisi Presicce ha introdotto Domiziano come protagonista di un’ascesa prodigiosa perché incoronato imperatore a soli trent’anni quando la maggior parte lo diventava a cinquanta o sessanta e, per quanto chiamato “dominus et deus”, la sua estrazione familiare era di ceto medio-basso. Osteggiato dai senatori, fu amato dalle truppe militari alle quali concesse il primo aumento di stipendio dai tempi di Augusto. I curatori Massimiliano Munzi e Maria Paola del Moro hanno aggiunto significati intriganti all’identikit di questo Imperatore. L’esposizione suscita il desiderio di saperne di più e leggere una biografia di Domiziano pur se, per forza di cose, sarà inscindibile da quel pizzico di leggenda che fa la fortuna di certi scrittori.
Il percorso si snoda in 15 sale blu e oro e si sviluppa in cinque grandi tematiche: Domiziano, imperatore e caro agli dei; l’esaltazione della gens Flavia e la propaganda dinastica; i luoghi privati di Domiziano, dalla casa natale sul Quirinale al palazzo imperiale sul Palatino e alla villa di Albano; l’intensa attività costruttiva a Roma; l’impero protetto dall’esercito e retto dalla buona amministrazione. La statua del Genio di Domiziano è al centro della prima sala, dedicata alla caducità della vita, rappresentata idealmente da ritratti infantili, allusivi all’imperatore e al figlioletto morto prematuramente.
La vetrina “del tempo della vita” espone sul quadrante di un orologio otto oggetti-simbolo dei momenti cruciali dell’esistenza di Domiziano, indicati dal pugnale-lancetta che lo ucciderà. La galleria di ritratti mostra quelli della famiglia: suo padre Vespasiano e il fratello Tito, nonché le Auguste Giulia figlia di Tito e Domizia Longina, le cui ricercate acconciature sono emulate dalle dame di età flavia, ma anche la sua familia allargata, composta da liberti e schiavi. Alla damnatio memoriae decretata dal Senato all’indomani del suo assassinio riportano invece due iscrizioni e una moneta, sulle quali il suo ricordo è stato cancellato.
La continuità dinastica dominò gran parte delle azioni di Domiziano, arrivando all’esaltazione della gens Flavia, quella del suo albero genealogico, attraverso l’erezione di archi onorari al fratello e, sul luogo in cui sorgeva la casa natale, con la costruzione del Templum Gentis Flaviae. La colossale testa del fratello Tito divinizzato mostra chiaramente il desiderio di grandezza con cui Domiziano voleva fossero considerati i suoi. I luoghi privati dell’imperatore partono dal contesto del Quirinale, il colle sul quale nacque, per arrivare alla grandiosità architettonica e decorativa delle ville fuori Roma e, soprattutto, del Palazzo imperiale sul Palatino, opera dell’architetto Rabirio. Luogo dove l’imperatore appariva come dominus e dove regnava l’opulenza e il lusso flavio.
Musei Capitolini, Villa Caffarelli Dal 13 luglio 2022 al 29 gennaio 2023
Tutti i giorni ore 9.30-19.30
24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Giorni di chiusura
25 dicembre e 1 gennaio
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Biglietto d’ingresso
Biglietto “integrato” Musei Capitolini e Mostra per i non residenti a Roma:
€ 16,00 biglietto “integrato” intero;
€ 14,00 biglietto “integrato” ridotto;
€ 2,00 ridottissimo (per le categorie aventi diritto alla gratuità, ad eccezione degli studenti delle scuole elementari e medie inferiori e dei portatori di handicap e al loro accompagnatore e in occasioni di visite istituzionali)
Per tutte le informazioni consulta la pagina biglietti
Ingresso gratuito per i possessori della MIC card
Informazioni
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
Promossa da Roma Culture – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Organizzazione Zètema Progetto Cultura
Tipo
Mostra|Archeologia
Curatore
Claudio Parisi Presicce, Maria Paola Del Moro e Massimiliano Munzi